Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pedemontana Berti a Zaia: tavolo comune
Continua il pressing del Movimento Cinque Stelle sul governatore Luca Zaia, invitato a mettere da parte i rancori (auspicio non semplicissimo da raccogliere viste le accuse riversate in questi anni sulla sua testa dai pentastellati) e a sedersi a un tavolo per ridiscutere la concessione della Pedemontana.
Jacopo Berti, che già sabato aveva teso una mano a Zaia («Lavoriamo insieme»), di ritorno da una quattro giorni a Roma si fa ancora più esplicito, spiegando di avere non solo la copertura del Movimento ma anche quella del ministero delle Infrastrutture: «Quest’ultimo, seppur contrario, non può fare nulla - spiega - questo ormai è acclarato, perché la Pedemontana è un’opera integralmente regionale e come tale il contratto può essere modificato solo dalle parti che lo hanno sottoscritto, la Regione e Sis». Toninelli, insomma, anche volendo, non può muovere foglia, neppure procedere con l’annunciata analisi costi-benefici che pure per lungo tempo aveva illuso i comitati che si battono contro la superstrada (ora comprensibilmente delusi e pronti a prendersela con il M5S). Ma anche se il Mit ha le mani legate, la Regione, secondo Berti, può contare comunque sull’appoggio politico del Governo amico e ben potrebbe sfruttare il dibattito pubblico apertosi su Autostrade per rimettere mano alla convenzione che garanti- sce a Sis 5 miliardi di utili in
39 anni.
«Chiedo formalmente a Zaia di aprire un tavolo in Regione il prima possibile, coinvolgendo chiunque possa dare il suo contributo, dall’anac alla Corte dei conti e le diverse forze politiche che vorranno collaborare». Una richiesta non facile da esaudire visto che, di fatto, si tratterebbe di riportare le lancette indietro di un anno per lavorare ad un quarto atto convenzionale, per di più dopo che Sis ha già fatto sapere di non voler più ridiscutere nulla. E difatti da Palazzo Balbi tutto tace.
Ma Berti insiste, attende di vedere la reazione del consiglio regionale - sponda Lega e Lista Zaia - alla sua proposta e prepara una mozione che possa impegnare su questo fronte «revisionista» tutta l’aula: «Contrariamente al messaggio che qualcuno vorrebbe far passare, noi del M5S non vogliamo bloccare proprio nulla: i cantieri, arri-
vati a questo punto, non possono che andare avanti. Ma a quali condizioni? Noi siamo contro le grandi opere trasformate in mangiatoie e il tempo per intervenire c’è ancora, basta volerlo».
Nell’attesa di conoscere la risposta di Zaia (se mai arriverà), sembra invece già tramontata l’ipotesi, pure ventilata dal M5S, di intervenire con una norma ad hoc che costringesse la Regione a riscrivere l’accordo con Sis. La maggioranza, già alle prese con la faticosa quadratura della manovra, sta discutendo il decreto Genova, ritenuto in questa fase prioritario rispetto a qualunque altro tema infrastrutturale. A maggior ragione dopo la nuova scudisciata del vicepremier Matteo Salvini: « Non so come si possono mettere in discussione la Pedemontana. Non credo alla decrescita felice. Quando decresci non sei felice».