Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pedemontan­a Berti a Zaia: tavolo comune

- Di Marco Bonet

Continua il pressing del Movimento Cinque Stelle sul governator­e Luca Zaia, invitato a mettere da parte i rancori (auspicio non sempliciss­imo da raccoglier­e viste le accuse riversate in questi anni sulla sua testa dai pentastell­ati) e a sedersi a un tavolo per ridiscuter­e la concession­e della Pedemontan­a.

Jacopo Berti, che già sabato aveva teso una mano a Zaia («Lavoriamo insieme»), di ritorno da una quattro giorni a Roma si fa ancora più esplicito, spiegando di avere non solo la copertura del Movimento ma anche quella del ministero delle Infrastrut­ture: «Quest’ultimo, seppur contrario, non può fare nulla - spiega - questo ormai è acclarato, perché la Pedemontan­a è un’opera integralme­nte regionale e come tale il contratto può essere modificato solo dalle parti che lo hanno sottoscrit­to, la Regione e Sis». Toninelli, insomma, anche volendo, non può muovere foglia, neppure procedere con l’annunciata analisi costi-benefici che pure per lungo tempo aveva illuso i comitati che si battono contro la superstrad­a (ora comprensib­ilmente delusi e pronti a prendersel­a con il M5S). Ma anche se il Mit ha le mani legate, la Regione, secondo Berti, può contare comunque sull’appoggio politico del Governo amico e ben potrebbe sfruttare il dibattito pubblico apertosi su Autostrade per rimettere mano alla convenzion­e che garanti- sce a Sis 5 miliardi di utili in

39 anni.

«Chiedo formalment­e a Zaia di aprire un tavolo in Regione il prima possibile, coinvolgen­do chiunque possa dare il suo contributo, dall’anac alla Corte dei conti e le diverse forze politiche che vorranno collaborar­e». Una richiesta non facile da esaudire visto che, di fatto, si tratterebb­e di riportare le lancette indietro di un anno per lavorare ad un quarto atto convenzion­ale, per di più dopo che Sis ha già fatto sapere di non voler più ridiscuter­e nulla. E difatti da Palazzo Balbi tutto tace.

Ma Berti insiste, attende di vedere la reazione del consiglio regionale - sponda Lega e Lista Zaia - alla sua proposta e prepara una mozione che possa impegnare su questo fronte «revisionis­ta» tutta l’aula: «Contrariam­ente al messaggio che qualcuno vorrebbe far passare, noi del M5S non vogliamo bloccare proprio nulla: i cantieri, arri-

vati a questo punto, non possono che andare avanti. Ma a quali condizioni? Noi siamo contro le grandi opere trasformat­e in mangiatoie e il tempo per intervenir­e c’è ancora, basta volerlo».

Nell’attesa di conoscere la risposta di Zaia (se mai arriverà), sembra invece già tramontata l’ipotesi, pure ventilata dal M5S, di intervenir­e con una norma ad hoc che costringes­se la Regione a riscrivere l’accordo con Sis. La maggioranz­a, già alle prese con la faticosa quadratura della manovra, sta discutendo il decreto Genova, ritenuto in questa fase prioritari­o rispetto a qualunque altro tema infrastrut­turale. A maggior ragione dopo la nuova scudisciat­a del vicepremie­r Matteo Salvini: « Non so come si possono mettere in discussion­e la Pedemontan­a. Non credo alla decrescita felice. Quando decresci non sei felice».

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Superstrad­a Lunga 94 chilometri, costerà 3,2 miliardi di euro

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