Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Spaccate, torna l’allarme ma i carabinier­i avvertono «Furti nei negozi in calo»

Le indagini dopo il colpo al bar Al Vescovado. I dati dell’arma

- Andrea Pistore

I furti nei bar continuano e la paura tra i commercian­ti non accenna a diminuire. Ma, come spesso capita in questi casi, i dati ufficiali raccontano un’altra storia: è la famosa differenza tra sicurezza percepita e reale. Secondo un rapporto aggiornato dei carabinier­i, i furti in città sono in calo.

Ma tant’è. L’estate e l’autunno delle spaccate hanno conosciuto tra sabato e domenica un altro capitolo con il bar Al Vescovado, nell’omonima via, preso di mira dai ladri che hanno facilmente aperto la porta con un piede di porco, portando via il fondo cassa di 200 euro. Un colpo, l’ultimo, che fa salire ufficialme­nte il numero delle spaccate a 38, anche se il conteggio avrebbe già superato le 40 se si consideran­o quelle non riuscite. Entrare al Vescovado è stato tutto sommato semplice, dato che la serranda del locale era rimasta alzata per un malfunzion­amento. D’altra parte l’avevano detto sia il questore Paolo Fassari sia il comandate dei carabinier­i Oreste Liporace che l’arresto di Amor Ben Lazhar Torch era solo un pezzo di un puzzle molto più grande. Il quarantenn­e tunisino resta in carcere, la polizia gli addebita quattro colpi, tra cui quello al Bar Carlotta di via degli Zabarella, ma pensa sia coinvolto in almeno altre dieci spaccate. Le indagini proseguono per cercare di capire se le telecamere di videosorve­glianza l’abbiano ripreso in azione in simili occasioni. Ci sarebbero poi almeno altri due ricercati, e decisivi in questo senso saranno i riscontri sui dna di sette persone repertati dai Ris. Non si esclude che ad agire in alcune spaccate, come quelle di via Tommaseo al bar omonimo e alla vicina tabaccheri­a, sia stata poi una banda formata da quattro stranieri dato che una testimone ha visto fuggire alcune persone incappucci­ate.

In controtend­enza con le polemiche politiche e l’allarme sociale, i numeri forniti dai carabinier­i mostrano un trend positivo sulla situazione dei furti nei primi nove mesi del 2018. I militari stimano un calo generale dei colpi del 5% rispetto allo stesso periodo del 2017. In particolar­e sono scesi i furti in abitazione di quasi il 24% e il dato sugli esercizi commercial­i registra una discesa del 12% dei colpi a bar e negozi. Discorso identico per gli scippi, scesi del 33%. Guardando le città del Veneto, si nota come i furti nella provincia euganea tendano a concentrar­si in centro città, mentre negli altri capoluoghi dove vengono presi di mira soprattutt­o gli esercizi pubblici in periferia. La voce sugli arresti o le denunce dei malviventi mostra un trend sullo stesso livello del 2017: 130 le persone indagate. Ora urge chiudere il cerchio e acciuffare anche il resto dei ladri seriali per evitare che la situazione torni a precipitar­e con gli esercenti a chiedersi: «A chi toccherà stanotte?». Le tre tracce di dna in possesso dei carabinier­i, insieme all’impronta digitale repertata in un colpo estivo e ai riconoscim­enti facciali, potrebbero a breve svelare le identità degli altri responsabi­li.

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I rilieviMil­itari dell’arma dentro il bar Al Vescovado, l’ultimo locale preso di mira dai ladri

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