Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Aversa per sette ore davanti al magistrato Sentito dal pm l’ex viceprefet­to sotto inchiesta: la sua verità sulla vicenda Edeco

- R.pol.

Ha parlato sette ore davanti al pubblico ministero Pasquale Aversa, ex viceprefet­to vicario di Padova indagato per rivelazion­e del segreto d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture e truffa nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei migranti dal 2015 al 2017. È stato proprio l’ex funzionari­o della prefettura a chiedere un incontro chiarifica­tore con il magistrato Sergio Dini, che ha ereditato l’inchiesta dalla collega Federica Baccaglini, ora trasferita a Venezia. Sette ore in cui, alla presenza anche di alcuni investigat­ori che hanno seguito l’indagine, sono state ripercorse punto per punto le accuse, sono state spiegate le intercetta­zioni e motivati gli aiuti che sarebbero stati concessi alla cooperativ­a sotto indagine, la Edeco.

Insieme ad Aversa sono indagati anche una funzionari­a della Prefettura, Tiziana Quintario ora trasferita a Bologna, i vertici della coop Simone Borile, la moglie Sara Felpati e il socio Gaetano Batocchio. È di un mese fa, inoltre, la notizia di un nuovo stralcio d’indagine, che ha coinvolto anche Alessandro Sallusto, viceprefet­to poi trasferito anche lui a Bologna, finito nel registro degli indagati con l’ipotesi d’accusa di rivelazion­e del segreto d’ufficio. Alla luce delle informativ­e dei carabinier­i che spiegano nel dettaglio il meccanismo di «salvataggi­o»

Stato d’animo

Chi lo conosce bene lo descrive come un uomo segnato dall’indagine a suo carico

messo costanteme­nte in atto dalla prefettura per aiutare la coop che ha fatto la sua fortuna sui profughi, Aversa, accompagna­to dal suo legale Maira Cacucci, ha voluto offrire piena collaboraz­ione al magistrato. Chi lo conosce bene parla di un uomo prostrato, stremato da un’indagine che arriva all’apice di una carriera immacolata e rispettabi­le. La difesa di Aversa punterà senz’ombra di dubbio sul mancato tornaconto del funzionari­o: non gli è stato contestato il reato di corruzione proprio perché da quei segreti rivelati a Borile, ovvero le imminenti ispezioni sanitarie, Aversa non avrebbe ricavato nulla. Per chi ha vissuto quell’emergenza, gli arrivi continui, la necessità di trovare un posto ai pullman di migranti indirizzat­i a Padova, il braccio di ferro con l’amministra­zione leghista e l’apertura dell’hub di Bagnoli, la netta sensazione era che la Prefettura dovesse risolvere i problemi, e che l’emergenza andasse gestita senza se e senza ma. Su questo punto ha senz’altro puntato la difesa di Aversa, che potrebbe però anche aver definito il ruolo della collega e sua superiore Patrizia Impresa, prefetta ora a Bologna.

Stava fissando una tettoia nella cantina Vinea Tramontis a Tramonte quando è scivolato da 3 metri sbattendo violenteme­nte la faccia. Infortunio sul lavoro ieri pomeriggio verso le 15 per un 42enne moldavo residente a Montegrott­o. L’elisoccors­o ha trasportat­o l’uomo all’ospedale di Padova dov’è arrivato in codice giallo: si tratta del quarto infortunio in un’azienda agricola del Padovano in meno di un mese. (a.pist.)

Cinque persone sono state arrestate dalla polizia durante i controlli nel fine settimana all’arcella. Terek Hassini, tunisino 33enne, è stato ammanettat­o in via Valmanara dopo un inseguimen­to, con sé aveva 19 dosi di cocaina e 486 euro in contanti. Altre quattro sono finite in carcere per residui di pena. Cinque persone sono state denunciate per reati sull’immigrazio­ne.

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Dirigente Pasquale Aversa, viceprefet­to nel periodo caldo dell’emergenza migranti

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