Bambino morto in casa Accusata solo la mamma

Baby shaking, il padre diventa parte lesa

Baby shaking, scuotimento del neonato. Questa l’accusa a carico di una 29enne moldava, Ana Plamadeala, residente nel capoluogo. La donna è accusata di aver provocato la morte del figlio Daniel, spirato il 5 febbraio 2016 in ospedale a Padova, a soli nove mesi d’età dopo un incidente domestico la sera del 23 gennaio. La donna (avvocato Elena Gagliardo) ha ricevuto l’avviso di chiusura indagini.

Esce invece dal procedimento il padre del bambino e marito dell’indagata, il moldavo di 31 anni Valeriu Plamadeala, accusato in concorso con la donna del reato. Gli inquirenti hanno appurato che quel 23 gennaio 2016 Daniel rimase vittima di una brutta caduta nell’appartamento in cui viveva con mamma e papà a Rovigo. Il neonato battè con forza la testa sul pavimento perdendo conoscenza. A chiamare i soccorsi del Suem 118 fu la mamma, in quel momento da sola in casa.

Intanto iniziato a Trento il processo che vede imputato per diffamazione, nei confronti del giudice di pace di Rovigo Mario Bresciani, il rodigino 64enne Mario Cavaliere. Quest’ultimo è accusato di aver scritto email diffamatorie alla Questura nei confronti del giudice di pace, non costituito parte civile, perché — a suo dire — Bresciani non si sarebbe astenuto in un’udienza dove si doveva decidere sulla sospensione di un provvedimento di confisca dell’auto di Cavaliere. Il processo si svolge a Trento perché una delle parte coinvolte (in questo caso quella offesa) fa parte della magistratura rodigina.

Si sono invece aperte le porte del carcere a Mantova per Vito Ruggirello, un 47enne originario della Sicilia e residente nel Mantovano che, nel dicembre 2016, è stato condannato a Rovigo a 8 anni e un mese per tre rapine in banche dell’alto Polesine nell’estate 2015. L’ordine di carcerazione arriva dal Tribunale rodigino.

A Trento Giudice di pace diffamato da polesano, processo in trasferta