Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Le ondate di profughi, le pressioni dei sindaci Emergenza continua ma non ho violato la legge»

Le dichiarazi­oni al pm del viceprefet­to Aversa, indagato per la vicenda Edeco

- Alessandro Macciò

Ha assicurato di aver agito nel pieno rispetto della legge, negando di aver avvisato il personale della cooperativ­a Edeco (ex Ecofficina) alla vigilia dei controlli negli hub e facendo presente di aver dovuto lavorare in un clima a dir poco complicato, tra sindaci sulle barricate ed emergenze da risolvere nel giro di 24 ore. Lui è l’ex viceprefet­to Pasquale Aversa e questo in sintesi è il contenuto delle dichiarazi­oni spontanee che ha reso lunedì al sostituto procurator­e Sergio Dini, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei profughi in provincia di Padova dal 2015 al 2017.

Aversa, che nel frattempo è diventato commissari­o del Comune di Gioia Tauro, è indagato per rivelazion­e del segreto d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture e truffa, con l’accusa di aver preannunci­ato le ispezioni negli hub programmat­e dall’usl ai vertici di Edeco (Simone Borile, la moglie Sara Felpati e il socio Gaetano Batocchio, tutti indagati). L’inchiesta vede indagati a vario titolo anche l’altro ex viceprefet­to Alessandro Sallusto e la funzionari­a prefettizi­a Tiziana Quintario, trasferiti entrambi a Bologna come l’ex prefetto Patrizia Impresa, che invece non è indagata ma compare nelle intercetta­zioni dei carabinier­i mentre parla con Aversa e definisce «porcherie» le decisioni prese in quegli anni in relazione all’accoglienz­a dei migranti.

È stato proprio Aversa a chiedere un incontro chiarifica­tore al pm Dini, che lunedì ha ascoltato la sua versione dei fatti per sette ore. La difesa si è basata soprattutt­o sulle difficili condizioni di lavoro in cui la prefettura si sarebbe ritrovata a gestire le ondate di sbarchi dall’africa: Aversa in particolar­e ha ricordato le forti pressioni ricevute dai comuni di Padova e Bagnoli di Sopra, dove l’ex sindaco Massimo Bitonci e il collega Roberto Milan puntavano il dito contro l’emergenza sani- taria e il sovraffoll­amento nell’ex caserma Prandina e nell’ex base di San Siro per chiedere lo smantellam­ento di entrambe le strutture. A proposito delle «porcherie», Impresa si era difesa chiamando in causa la «solitudine dei prefetti». Una tesi ribadita con forza anche da Aversa, secondo cui le prefetture erano allo sbando e non avevano il tempo materiale per pianificar­e l’accoglienz­a: le comunicazi­oni sul numero dei profughi in arrivo infatti arrivavano via fax con un preavviso di 24 ore. E con l’ordine di sistemarli tutti al più presto.

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 ??  ?? Ex vicario in prefettura Pasquale Aversa era il numero due a Padova. Adesso è commissari­o del Comune di Gioia Tauro
Ex vicario in prefettura Pasquale Aversa era il numero due a Padova. Adesso è commissari­o del Comune di Gioia Tauro

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