Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Due colpevoli per la spaccata alla panetteria Equivoco dalle telecamere, il giallo risolto
Il furto da «Carlotta» rimane a carico del tunisino Torch, non di Smania
Potrebbe tenersi già oggi l’udienza di convalida di Luca Smania, 51enne padovano arrestato perché sospettato di essere l’autore della spaccata al bar di via Vescovado nella notte tra sabato e domenica scorsa. Nel fermo di polizia giudiziaria il Pm Sergio Dini ha rilevato elementi utili per attribuire a Smania non tre spaccate, ma una.
Risolto il «giallo» del furto alla panetteria «Carlotta» in via Zabarella che sembrava avere due colpevoli: secondo i carabinieri l’autore era Smania, ma per quel furto del 2 ottobre la polizia aveva già arrestato Amor Ben Lazhar Torch, il tunisino «inespellibile» che tante polemiche aveva destato la settimana scorsa.
In realtà non ci sono adeguate prove per affibbiare a Smania il furto in via Zabarella, al contrario sarebbero molto più consistenti quelle raccolte dalla Squadra Mobile contro Torch (a carico di Smania non compare neanche la spaccata da «Baessato» il 2 settembre, come i carabinieri invece ritenevano provato). Per chiarire le indagini e il cortocircuito investigativo ieri il colonnello Oreste Liporace, comandante provinciale dell’arma, è stato ricevuto dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari. Definire i dettagli delle prove è importante soprattutto per l’opinione pubblica, disorientata dalle informazioni contrastanti su un fenomeno che sta colpendo la città nel suo cuore pulsante ossia il commercio. Alle forze dell’ordine va dato in ogni caso il merito di un impegno costante sul fronte-spaccate, prova ne è il doppio arresto degli ultimi giorni.
Ieri mattina intanto, negli uffici dell’ascom, i vertici delle forze dell’ordine hanno incontrato una folta delegazione di commercianti, capitanata da Patrizio Bertin, per fare il punto della situazione. Durante la riunione, il prefetto Renato Franceschelli, il questore Paolo Fassari e il comandante Liporace hanno rinnovato l’appello a baristi, ristoratori e negozianti a dotarsi di sistemi d’allarme collegati con le centrali di polizia.
«Nella maggior parte delle attività commerciali — hanno ripetuto prefetto e colleghi — c’è carenza di apparecchiature di sicurezza».