Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Patron-tifoso, con lui Treviso unica al mondo»

- Di Matteo Valente

Piangono «il signor Gilberto» i suoi campioni. «Con la sua passione ha portato Treviso sul tetto del mondo».

Per tutti era il «signor Gilberto». Così lo chiamavano i suoi «ragazzi», cresciuti come il suo sogno iniziato nel 1983. Un sogno sportivo che ha portato Treviso ai vertici del mondo nel basket, nella pallavolo e nel rugby. Gilberto Benetton lascia a Treviso un’eredità eterna, costruita con quella passione che ha segnato un’epoca e scritto un’epopea. Una storia lunga 30 anni figlia di un’intuizione felice: «Ho bei ricordi fin dall’adolescenz­a – racconta Renato Villalta - perché a 13 anni quando iniziai a giocare a basket andavo con il mio allenatore Giomo in un bar a Treviso. Era il ritrovo dei baskettari e lui c’era. Aveva sempre una parola buona, se si perdeva una partita riusciva a infondere serenità e tranquilli­tà».

Correva l’anno 1983 quando fu firmato il passaggio di consegne da Aldo Bordignon a Gilberto Benetton: una pietra miliare nella storia dello sport trevigiano, che proprio in quello stesso anno vedeva sorgere a Villorba il Palaverde. Un impianto all’avanguardi­a in cui il «Signor Gilberto» aveva sempre il suo posto: nei centraliss­imi, a fianco alla moglie Lalla. «Me lo ricordo sempre seduto allo stesso posto, non mancava mai a nemmeno una partita – ricorda Riccardo Pittis, arrivato a Treviso nel 1993 – quasi a volerci dare una sicurezza in più. Era un grande tifoso e ha sempre messo grande passione. Il signor Gilberto ha fatto lo sport a Treviso, senza la sua passione, oggi tutto questo non ci sarebbe». Da quel seggiolino Gilberto Benetton ha ammirato il suo sogno diventare realtà, prima con l’arrivo dei campioni come Vinnie Del Negro e Toni Kukoc, assieme a tanti portati da gm come Maurizio Gherardini: «Sono stato privilegia­to per aver avuto la possibilit­à di vivere tanti anni di sport insieme. Per me un mentore unico». Poi la prima gioia, la vittoria del primo storico scudetto nel 1992 contro la Scavolini Pesaro. «Gilberto Benetton era un vero signore – ricorda Massimo Iacopini, altro storico capitano della Benetton – una persona di una straordina­ria gentilezza e dalla presenza discreta. Io posso solo ringraziar­lo per quello che ha fatto per Treviso, per me e la mia famiglia come giocatore e come uomo». Di lì a breve sarebbero arrivati anche i primi sigilli della Sisley Volley, una delle squadre più forti che la pallavolo italiana abbia mai potuto avere: coppe, scudetti e trofei, i cui stendardi sventolano ancora oggi al Palaverde a eterna memoria. «È stato un patron appassiona­to racconta Lorenzo Bernardi, per oltre un decennio anima della Sisley - mai ingombrant­e. Un imprendito­re e un proprietar­io davvero speciale». Ai successi però, sono seguiti anni difficili, con il Palaverde disinnamor­ato dei suoi campioni e tanti vuoti che hanno incrinato una passione infinita. Troppo doloroso vedere quel tempio vuoto, e così nel 2012 ecco la rinuncia e la fine di un’era che oggi vive un nuovo capitolo con Treviso Basket: «Ricorderò sempre la sua umanità – dice il presidente di TVB, Paolo Vazzoler – anche quando mi disse nel 2012 «vai, ma attento a non farti male», se oggi ci siamo è grazie a lui. Il signor Gilberto ci mancherà».

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Al Palaverde L’esultanza di Gilberto Benetton, nella sua poltrona al Palaverde, durante una partita della «sua» Benetton

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