Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sandra, Mari e le altre La corsa come rinascita post cancro diventa film

- di Francesca Visentin

Sandra corre perchè è la sua rivincita. Un cancro al seno, due operazioni, sei cicli di chemiotera­pia. Ma soprattutt­o la voglia di reagire, prendersi cura del suo corpo, ripartire. Marina corre per accaparrar­si un altro pezzetto di vita, liberarsi della paura, focalizzar­e un obiettivo. Operata due volte per un cancro triplo negativo, il più aggressivo che c’è, uscita dalla chemio ha deciso di guardare avanti. Ha infilato scarpette e tutina e non si è più fermata. Stefania è un medico endocrinol­ogo, corre accanto alle sue paziente insieme a una collega oncologa e a un’anestesist­a, «per dimostrare che siamo fianco a fianco nelle gare come nel percorso di cura».

Il sogno di «Run for Iov», la squadra formata da pazienti oncologich­e dello Iov (Istituto Oncologico Veneto) e medici, progetto organizzat­o da Ryla (Run Your Life Again Onlus), adesso è diventato un film.

In un’ora il regista Nicola Berti ha raccontato la storia di dieci donne venete che hanno affrontato il cancro, la loro voglia di tornare a vivere, la squadra con cui hanno gareggiato in tante maratone, tra cui quella di New York e quella di Londra. Il film s’intitola «Run your life again» e sarà presentato in anteprima domenica al teatro Don Bosco di Padova (Via San Camillo De Lellis, ore 21). Ma la sfida del progetto e l’intensità del film hanno un tale impatto emotivo e coinvolgen­te, che il prossimo passo potrebbe essere fare tappa al Festival del Cinema di Venezia, a settembre.

L’idea della squadra è nata da Sandra Callegarin, commercial­ista di Padova, che sconfitto il cancro ha deciso di mettersi in gioco con la corsa. «Pormi un obiettivo e riuscire a superarlo con la corsa aiuta ad affrontare anche le tappe dell’altra maratona, quella della malattia spiega - . Ho trovato subito altre donne in lotta contro il cancro che volevano condivider­e questa sfida e a noi si sono aggiunti medici e infermieri dello Iov. Primo obiettivo la maratona di New York, secondo quella di Londra. Ci siamo allenate seguite dall’associazio­ne Asd Spak4, ce l’abbiamo fatta. E la squadra ha continuato a crescere».

Stefania Zovato, medico dello Iov, è sempre stata in pista con la squadra: «Abbiamo condiviso molta felicità», sottolinea.

Per Marina Franceschi, l’inferno del cancro è piombato all’improvviso, le ha stravolto la vita e cancellato il futuro. «Dopo le operazioni e la chemio, non volevo nemmeno comprarmi un’auto - rivela - , pensavo che mi restava poco tempo, non l’avrei usata...ma scegliere di fare parte di questo progetto, iniziare a correre nonostante la malattia mi avesse distrutta fisicament­e, mi ha liberata di tutto, pensieri negativi, paura, sofferenza. Focalizzar­e l’attenzione sulla corsa, sulle gare, è stato liberatori­o, ha scatenato energia e positività. E il grande spirito di appartenen­za alla squadra, l’empatia e la condivisio­ne con le altre, sono diventate quasi più importanti della corsa».

Dieci donne, dieci storie: la malattia, gli allenament­i, la gara. Il film entra nella vita, nei pensieri, nel dolore e nella rinascita di queste atlete, racconta la corsa, ma anche il cancro. Un messaggio di speranza, coraggio e resilienza. Dice Valentina, una delle protagonis­te: «Penso a tante donne e ragazze che non si sentono guerriere, che fanno fatica, sono sole. E penso a tutte noi che dalla malattia usciamo a pezzi. Possiamo farcela comunque. E ripartire. Se ce l’ho fatta io, ce la possono fare tutte». Perchè gli interventi chirurgici, la chemio, la radioterap­ia, annientano il corpo e l’energia, lasciano a pezzi. Pensare di correre sentendosi così sembra impossibil­e. «Ma basta iniziare - dicono le atlete della squadra dello Iov - , stringere i denti, provarci. Poi cambia tutto. La corsa diventa un percorso di benessere».

Il film è prodotto da Baobab film, musiche di Paolo Lazzarini.

” Riuscire a superare un obiettivo con la gara aiuta a vincere la malattia

 ??  ?? La squadra a LondraIl progetto della squadra formata da pazienti oncologich­e e medici dello Iov (Istituto Oncologico Veneto) si chiama Ryla (Run Your Life Again Onlus), è nato da un’idea di Sandra Callegarin
La squadra a LondraIl progetto della squadra formata da pazienti oncologich­e e medici dello Iov (Istituto Oncologico Veneto) si chiama Ryla (Run Your Life Again Onlus), è nato da un’idea di Sandra Callegarin

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