Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Sallusto non rivelò alcun segreto»

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«Il dottor Sallusto non ha rivelato alcun segreto d’ufficio, i due fatti sotto accusa sono l’avviso dato alla coop su una visita istituzion­ale dell’alto commissari­o per i rifugiati (Unhcr) e dell’osservator­io Istituzion­ale sulle migrazioni, e di un altro avviso in merito a una visita della comunità di Sant’egidio a scopi umanitari. Ebbene, nessuno di questi due accessi all’hub della Prandina nel 2015 aveva carattere ispettivo». Le parole sono di Fabio Pinelli, avvocato che difende Alessandro Sallusto, ex viceprefet­to di Padova entrato per ultimo nell’inchiesta sul presunto malaffare della gestione profughi a Padova e Provincia tra il 2015 e il 2017. Ieri Sallusto doveva essere interrogat­o dal pm Sergio Dini che ha ereditato l’indagine dalla collega Federica Baccaglini, ma il suo difensore ha preferito presentare alla procura una memoria difensiva sulla quale ci potrà essere un confronto diretto con il magistrato. Sallusto è indagato per rivelazion­e del segreto d’ufficio e nel capo d’accusa si parla di due rivelazion­i di accessi alla caserma Prandina, avvenuti il 25 settembre 2015 e il 26 ottobre dello stesso anno. L’inchiestam­adre vede coinvolti a vario titolo per corruzione, rivelazion­e del segreto, frode e turbativa altre sette persone tra cui, l’ex viceprefet­to vicario Pasquale Aversa. (r.pol.)

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