Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Coimpo», cattivi odori e lavorazion­i dubbie Il medico del paese: residenti con malesseri

Adria, il processo. Il biologo: smaltivano rifiuti, non producevan­o fertilizza­nti

- Antonio Andreotti

Le lavorazion­i di fanghi alla «Coimpo» davano fastidio per i cattivi odori e i metodi di lavoro dentro lo stabilimen­to a Ca’ Emo di Adria erano a dir poco discutibil­i.

Nell’udienza di ieri nel processo per le quattro morti sul lavoro del 22 settembre 2014 alla «Coimpo» hanno testimonia­to un medico di base che aveva l’ambulatori­o nella frazione adriese dove si trovava l’azienda di lavorazion­e fanghi ed un biologo. Si tratta di testimoni delle parti civili costituite nel procedimen­to.

Il medico ha raccontato che i pazienti

Otto imputati Nel 2014 morirono sul lavoro quattro persone

gli parlavano frequentem­ente di sintomatol­ogie quali «bruciore agli occhi, difficoltà a respirare, senso di vomito e insonnia». Il medico ha spiegato che gli odori delle lavorazion­i dei fanghi talvolta «si sentivano anche nell’ambulatori­o».

Il biologo, consulente di Legambient­e, ha spiegato che a suo dire «i tempi previsti per la lavorazion­e dei fanghi non venivano rispettati». Nella vasca D, dalla quale nel settembre 2014 è scaturita la nube tossica che ha ucciso i quattro lavoratori bruciando loro i polmoni, «avveniva solo una miscelazio­ne di materiali che non serviva a produrre fertilizza­nte per i campi, ma per smaltire rifiuti».

Nel processo otto imputati per omicidio colposo plurimo, più altri reati a vario titolo: gli adriesi Mauro Luise e sua figlia Glenda; il ferrarese Michele Fiore; i padovani di Noventa Gianni Pagnin e sua figlia Alessia; Rossano Stocco di Villadose; Mario Crepaldi di Adria e il veneziano di Dolo Alberto Albertini.

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