Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Toscani contro i leoni da tastiera «Tutti in galera e buttare via la chiave»

- D.O.

Il commento è lapidario: «Che li sbattano tutti in galera e che buttino via la chiave». Oliviero Toscani, si sa, è uno che dice quello che pensa, senza tanti filtri. Ma questa volta c’è qualcosa in più, un’empatia dovuta sì alla vicinanza alla famiglia (soprattutt­o con Luciano, con cui c’è quasi un rapporto simbiotico), ma anche al fatto di aver provato in prima persona cosa significa finire nel mirino degli hater. A Gilberto Benetton, nel giorno della sua dipartita, «l’uomo della strada» ha dedicato, sui social, pensieri come «dannato scroccone», «ultimo di una schiatta di parassiti». Al fotografo milanese, da sempre associato con la maison trevigiana per le campagne pubblicita­rie ardite, il giorno prima di Ferragosto, l’invito, nient’affatto cordiale «a fotografar­e le macerie del ponte Morandi, anziché i barconi con i migranti» (era l’ultimo scatto che aveva fatto con il logo della United Colors, poco prima). Raggiunto al telefono, Toscani non le manda a dire: «Gli insulti a Benetton? Cosa vuole che dica, il mondo è pieno di c...». E non è tanto per l’affetto verso il manager venuto a mancare («Con quel comparto lì, la finanza, non ci ho mai avuto a che fare. Certo, lo conoscevo ma... buongiorno, buonasera e finiva qua») quanto per una questione di decenza. «È gente che dà il peggio di sé e non se ne rende conto, non voglio parlare di queste cose qui». Infine, l’ultima stilettata: «Rispecchia­no appieno il governo che hanno votato». Il che apre un altro capitolo, il cattivo sangue che scorre tra Toscani, la Lega e il Movimento 5 Stelle, ma soprattutt­o tra Toscani e il vicepremie­r Matteo Salvini. A cui, sul Corriere, il fotografo, aveva dedicato una battuta, sempre ad agosto: «Mio padre ha fotografat­o Mussolini a piazzale Loreto - così Toscani - chissà dove lo fotografer­ò...».

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Oliviero Toscani

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