Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bus e contributi, sette comuni contro Padova
Guerra legale sulle linee della cintura: «Pagate due volte, Palazzo Moroni ci restituisca 15 milioni»
Non è una grana di poco conto. In ballo ci sono tanti soldi, quasi 15 milioni di euro. Motivo per cui, a breve, potrebbe scatenarsi una dura battaglia legale tra Palazzo Moroni e sette Comuni della cintura urbana. Ovvero Abano, Albignasego, Cadoneghe, Ponte San Nicolò, Rubano, Selvazzano e Vigodarzere. E il fatto che almeno quattro dei paesi coinvolti siano dello stesso colore politico di Padova, in questa vicenda piuttosto spinosa, sembra importare poco o nulla.
La materia del contendere è quella del trasporto pubblico locale e quindi, per ora soltanto nel ruolo di spettatrici, riguarda anche la Regione e Bus Italia Veneto. Cioè la compagine (partecipata al 55% dalle Ferrovie dello Stato e al 45% proprio da Palazzo Moroni) che, da gennaio 2015, gestisce gli autobus e i tram nell’intero territorio padovano. La questione, in parole povere, si può riassumere così. Dal 2001 a oggi, in base a un’apposita convenzione, ognuno dei sette Comuni citati sopra ha versato ogni anno una certa cifra nelle casse dell’amministrazione cittadina (che poi, a sua volta, l’ha girata prima ad Aps Holding e dopo a Bus Italia Veneto) per far sì che alcune linee urbane arrivassero pure nell’area della cintura.
I soldi, come scritto in avvio, sono tanti. In media, facendo il totale degli ultimi 17 anni, oltre due milioni di euro per ogni paese interessato. Da
Il punto Si profila una battaglia al Tar: legali già al lavoro
qualche mese, però, i sindaci dei sette Comuni confinanti con Padova (in testa quelli di Selvazzano e Rubano, Enoch Soranzo e Sabrina Doni), dopo un articolato carteggio con la Regione, si sono convinti del fatto che quei contributi non fossero dovuti perché il prolungamento delle corse di alcuni autobus cittadini fino al loro territorio era già coperto dal finanziamento regionale di cui già godevano Palazzo Moroni e, di conseguenza, l’azienda concessionaria del servizio. In pratica, secondo Soranzo e colleghi, l’allungamento fuori Padova di alcune linee urbane sarebbe stato pagato due volte: la prima dai sette Comuni della cintura e la seconda dalla Regione. Nelle scorse settimane, Selvazzano e Rubano hanno già preparato le carte per adire le vie legali contro Palazzo Moroni con l’obiettivo di farsi restituire quanto, a loro dire, ingiustamente versato dal 2001 a oggi. E il loro esempio, a breve, potrebbe essere seguito anche dagli altri cinque paesi.
A dirimere la questione, insomma, saranno i giudici del Tar. Tanto che l’amministrazione cittadina, su indicazione dell’assessore all’avvocatura Civica Diego Bonavina, ha già incaricato non solo i suoi legali interni, ma pure un professionista esterno, l’avvocato Stefano Artuso del noto studio Moschetti. «Si tratta di una vicenda molto delicata. Se non altro perché – sottolinea l’assessore Bonavina – la cifra in ballo è davvero molto alta. Detto questo, però, noi siamo assolutamente sicuri di essere nel giusto. E lo dimostreremo in tutte le sedi opportune. Infatti, per lo svolgimento di quel servizio, erano e sono necessari sia i fondi della Regione che quelli di ogni singolo Comune». La battaglia, comunque, è appena cominciata e, come accennato sopra, potrebbe presto riguardare anche Bus Italia Veneto e ripercuotersi (chissà) sulla gara in corso per il rinnovo della concessione. Sul fronte del trasporto pubblico padovano, insomma, sarà un autunno caldissimo.