Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Calzedonia è globale: aperto lo stabilimento-hub in Etiopia
Taglio del nastro per la prima fabbrica di Calzedonia in Africa, la cui realizzazione era stata annunciata la scorsa primavera. Lo stabilimento, situato a Macallè, nella parte settentrionale dell’etiopia, ha richiesto un investimento vicino ai 12 milioni di euro ed è stato progettato per poter operare, una volta a regime, con circa 1.200 addetti. I prodotti che il gruppo veronese dell’intimo ha affidato alla fabbrica africana sono soprattutto leggings, calze e costumi da bagno per donna, uomo e bambino e si prevede che il fatturato annuo possa arrivare ai 10 milioni. Secondo l’ad di Calzedonia, Marco Carletto, l’operazione, favorita dall’applicazione di interessanti benefici fiscali da parte del governo di Addis Abeba, avrebbe lo scopo sia di diversificare la gamma di prodotti sia di presidiare un contesto geografico definito «interessante» per la potenzialità del mercato. Valore aggiunto della nuova fabbrica è un felice collegamento con la rete viaria e i porti dell’eritrea attraverso la strada costruita dal governo italiano nell’epoca in cui il Paese era una colonia. L’interesse del gruppo guidato da Sandro Veronesi per l’etiopia risale ad almeno quattro anni fa ma solo dall’inizio di quest’anno è stato avviato il centro di formazione per i primi 120 dipendenti già attivi. Vista la valida esperienza riscontrata nella fase sperimentale, e grazie anche alla buona qualità della manodopera, l’azienda ha scelto di potenziare la propria presenza nell’area. Per il governo etiope, comunque, Calzedonia non è il primo investitore straniero della moda. In tempi recenti è stato inaugurato ad Adama, non lontano dalla capitale, un parco industriale capace di esportare merci finite per circa 33 milioni di euro destinate a clienti come H&M, Zara e Decathlon. Nel 2019 saranno inoltre disponibili tre nuovi poli del tessile ad Aysha, Smerea ed Assosa.
Il gruppo Calzedonia ha chiuso il 2017 con ricavi per 2,3 miliardi, in crescita dell’8,7% sull’anno precedente (il 54% all’estero) e un utile netto per 249 milioni (erano 208 nel 2016). Nell’esercizio sono stati aperti 242 nuovi negozi, di cui 189 all’estero, per uno stock complessivo che oggi tocca i 4.454 punti vendita di cui 2.758 all’estero. (g.f.)