Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Le braccia dei giganti sulla bara «Ci spingeva la sua passione»

- S. Ma.

L’hanno accompagna­to, nell’ultimo viaggio, i suoi giganti. Ragazzi che ha visto crescere con le divise biancoverd­i e orogranata, diventati campioni con il marchio Benetton (o Sisley) stampato sul petto. Ieri la bara di legno chiaro era portata in spalla da otto di quegli uomini, pezzi di storia dello sport trevigiano: Paolo Vazzoler, Riccardo Pittis, Massimo Iacopini, Andrea Bulleri, Marco Mian e Marco Mordente, i protagonis­ti delle vittorie della Benetton Basket, e Lorenzo Bernardi e Samuele Papi, i volti simbolo della Sisley Volley. L’hanno scortato in chiesa, nel Duomo gremito, ognuno con un ricordo, un aneddoto, una favola di provincia diventata mondiale.

La famiglia ha chiesto proprio a uno di loro di chiudere la cerimonia funebre del Signor Gilberto, a colui che in qualche modo ha raccolto l’eredità Benetton, prendendo la guida della prima squadra della città, il Treviso Basket. «Ero un ragazzo quando l’ho incontrato – sono le parole di Paolo Vazzoler, il presidente di oggi, ricordando il presidente di ieri - e sono il primo di migliaia che si sono susseguiti negli anni perché la sua passione ci ha consentito di vivere un sogno, orgogliosi e onorati di indossare quella maglia. Era indubbia la sua capacità di vedere oltre, non si accontenta­va di fare meglio degli altri, nell’impresa e nello sport, ma spingeva tutti noi a fare sempre ed essere sempre i migliori. Siamo riconoscen­ti per quanto hanno fatto lui e la sua famiglia».

Non capita spesso di incrociare nello stesso luogo così tanti campioni, fuori dai palazzetti o dai campi d’erba: sono tornati tutti a Treviso per il Signor Gilberto. Gian Paolo Montali, l’allenatore della Sisley campione, ai

Vazzoler sul pulpito

Il capitano di un tempo e attuale presidente ha letto il suo ricordo «Ci prese ragazzi...»

«veci» del Benetton Rugby, ma soprattutt­o tanta pallacanes­tro: Denis Marconato, Ezio Riva, Paolo Pressacco, Alberto Vianini, Vittorio Ferracini, Renato Villalta, lo storico manager Maurizio Gherardini e tutta la De Longhi Treviso Basket al completo. Si parlava del presente e del passato, evocando i nomi dei campioni degli anni Ottanta e Novanta, da Vinny Del Negro a Toni Kukoc e Dale Solomon.

Gli occhiali scuri di Riccardo Pittis, undici anni coi colori Benetton, nascondono

le lacrime: «È stato una delle figure più importanti dello sport italiano in un momento in cui c’era grande bisogno di mecenati. A Treviso il Signor Gilberto è stato “il basket”, senza la sua figura non sarebbero esistiti i successi di questa città».

Era un tifoso, prima ancora di essere il presidente, al punto che talvolta pianificav­a gli impegni di lavoro in base a quelli delle sue squadre, si faceva trovare sempre nel tunnel dagli spogliatoi per incoraggia­re i suoi ragazzi, festeggiav­a con loro a notte fonda, di ritorno da quegli scudetti diventati una infinita bacheca di successi.

Un grazie collettivo esplode nell’applauso di quelle mani grandi e forti. «È un tributo a una persona che ci ha dato opportunit­à più uniche che rare, di crescita profession­ale e personale – si commuove Lorenzo Bernardi -. Nulla succede per caso e i Benetton sono stati i primi a portare l’imprendito­rialità nel mondo dello sport, con un salto di qualità che mai si era visto. Il Signor Gilberto ha avuto una grande intuizione, realizzand­o la cittadella dello sport della Ghirada: riusciva a vedere lontano, l’ha fatto prima di chiunque altro».

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