Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La sfida sotto rete dei trapiantati. «Nel nome di Sara»
Solidarietà e sport, la partita della «nazionale» di cui fece parte anche la Anzanello
Far conoscere ai giovani le malattie rare polmonari e sensibilizzarli sulla donazione degli organi, ma anche ricordare una campionessa che aveva indossato la loro stessa maglia. C’era una motivazione in più dietro alla partita tra il Club volley trapiantati e dializzati Italia e la Nazionale olandese trapiantati promossa dalla Federazione italiana fibrosi polmonare idiopatica (Fimarp) in collaborazione con il Csi, che è andata in scena ieri pomeriggio nella palestra dell’istituto Severi: gli azzurri infatti sono scesi in campo a due giorni di distanza dalla morte di Sara Anzanello, la pallavolista trevigiana che nel 2013 aveva subito un trapianto di fegato e che giovedì è stata stroncata dalla leucemia. Dopo il trapianto, Sara aveva giocato ancora un paio di stagioni. E nel 2016, dopo il ritiro dall’attività agonistica, aveva giocato proprio con i trapiantati nel corso di un raduno a Castenedolo (Brescia). «I nostri giocatori sono scesi in campo con Sara nel cuore, anche perché molti di loro la conoscevano - ha detto Stefano Pavanello, presidente dell’associazione unione trapiantati polmone di Padova -. Sara era e rimane un esempio da seguire nella nostra battaglia quotidiana, che purtroppo deve sempre fare i conti con il rischio delle infezioni e del rigetto. La pallavolo ci offre l’occasione per parlare di questa malattia e di sensibilizzare le persone sull’importanza dell’attività sportiva come forma di reazione per affrontare i momenti più difficili».