Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nuovo presidente della Provincia, mercoledì il successore di Trombini Il duello sarà tra Dall’ara e Siviero
Mercoledì è prevista l’elezione del nuovo presidente della Provincia, successore di Marco Trombini. La riforma Delrio, non potendo eliminare le Province, (essendo necessaria una legge costituzionale), le ha notevolmente ridimensionate, abolendo indennità di carica e giunta provinciale, istituendo l’assemblea dei sindaci e il consiglio provinciale, costituito a seconda del numero di abitanti da 16 a 10 consiglieri, tutti amministratori locali. A presidente possono candidarsi i sindaci in carica, il cui mandato scada non prima di 18 mesi dalla data delle elezioni e la durata dell’incarico è di quattro anni. Alla nomina del presidente concorrono tutti i sindaci e i consiglieri di Comuni della provincia con «voto ponderato, dipendente dalla fascia demografica di popolazione». I consiglieri di comuni inferiori a 3.000 abitanti hanno 71 voti ciascuno, 124 quelli da 3.001 a 5.000, 213 da 5.000 a 10.000 abitanti, da 10.001 a 30.000 abitanti 318 . Rovigo (unico comune oltre i 30.001 abitanti) ha 627 voti per ciascun consigliere. Tolte alle Province molte funzioni, trasferite in parte ai Comuni, in parte alla Regione, tutte quelle qualificate come non fondamentali dai commi 85 ed 86 dell’articolo 1 della legge n. 56/2014. Due candidati alla presidenza: Ivan Dall’ara (sindaco di Ceregnano-centrodestra) e Francesco Siviero (sindaco di Taglio di Po-centrosinistra), entrambi ottimi amministratori. Ho più confidenza personale con Ivan cui chiedo: «Se eletto, stante la riduzione notevole delle competenze della Provincia, cosa pensi di poter fare di utile per il Polesine?». Dall’ara mi risponde, apparentemente, con una battuta: «Io e te, anni fa, abbiamo pensato all’assessorato alla Felicità che poi ho istituito a Ceregnano: cercherò di trasformare il Polesine nella Provincia della Felicità. Tra i miei libri preferiti “La politica come vocazione” di Max Weber, di cui mi piace la frase: “Il possibile non verrebbe raggiunto, se non si tentasse l’impossibile”».