Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Brenta e Bacchiglione, migliaia in allarme
Situazione critica in quattro comuni del Padovano. Stasera attesa la piena in città
Giornata frenetica ieri per il prefetto e i sindaci del Padovano. Alla fine la decisione di evacuare 150 persone, di metterne in allarme almeno 3.000, di chiudere un ponte sul Brenta, e di tenere gli alunni a casa anche per la giornata di oggi. L’alta Padovana è la più colpita dal maltempo. Stasera è attesa la piena in città.
Domenica sera l’annuncio, a molti apparso eccessivo, di tener chiuse le scuole il giorno dopo. Poi il risveglio, con la pioggia battente, e le ore che passano sotto un cielo di piombo, rendono l’allarme sempre più reale e concreto. L’epilogo, ieri, a fine giornata: la decisione di evacuare 150 persone, di metterne in allarme almeno 3.000, di chiudere un ponte sul Brenta, e di tenere gli alunni (e gli studenti universitari) a casa anche per la giornata di oggi.
L’alta Padovana è la più colpita da questa ondata violenta di maltempo. Qui, nel profondo Veneto, quando a monte piove forte, e a valle il mare grosso non fa defluire l’acqua, Brenta, Muson e Bacchiglione,
La mobilitazione
A Curtarolo, Piazzola, Campo San Martino e Vigodarzere inviti allo sgombero
i tre fiumi che s’incrociano nel Padovano, diventano diavoli incontenibili. E se tra ieri e oggi l’emergenza dice nord della provincia, da stasera i riflettori sono puntati in città, con l’onda di piena del Bacchiglione attesa alle 20.
È stata una giornata frenetica quella di ieri per i sindaci e per il prefetto Renato Franceschelli. Non sono mancate tensioni per i primi cittadini che hanno accusato Genio Civile e Arpav di non ricevere direttive concrete, lasciando a loro l’onere di metterci la faccia, andare casa per casa a dire a dire famiglie con anziani, disabili e bambini, che le loro abitazioni non sono sicure, perché fra le tre e le sei del mattino (di oggi) è attesa la piena del Brenta che potrebbe rompere gli argini.
I comuni interessati sono Curtarolo, Piazzola sul Brenta, Campo San Martino e Vigodarzere. Alle 18, ieri, sotto la pioggia battente i quattro sindaci sono usciti di corsa dalla riunione in Prefettura, sono andati ad aprire palestre e a coordinare la Protezione civile, e poi sono andati sulle strade dosando bene le parole: niente panico, ma chi non ha un posto sicuro o un piano più alto doveva lasciare casa. Dopo l’alluvione del 2010 ormai nessuno può più permettersi di ignorare nemmeno una delle variabili fornite dai modelli matematici elaborati dalla Regione, che mettono insieme le probabilità di pioggia a monte con la probabilità di «raccolta» di acqua del mare, il vento e i detriti che possono cadere. Ai sindaci viene dato un numero sul quale devono prendere una decisione. «Comunque vada noi non abbandoniamo nessuno» diceva il sindaco di Curtarolo Fernando Zaramella che la notte scorsa non ha chiuso occhio insieme ai colleghi di Piazzola, Enrico Zin, di Campo San Martino, Paolo Tonin, e di Vigodarzere, Adolfo Zordan. Circa 150 persone delle frazioni di Tremignon e Vaccarino, a Piazzola, sono state invitate a passare la notte nella Sala della Filatura, dietro al Comune, altre 50 potevano, ieri sera, trovare brande e bevande calde nelle palestre delle scuole elementari e medie di Campo San Martino, e più di qualcuno è stato ospitato nelle palestre di Vigodarzere.
Il prefetto Franceschelli rassicurava: «La situazione è sotto controllo, la sala operativa della Protezione civile qui a Palazzo Santo Stefano lavora senza sosta». Per l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato «questa è un’emergenza, non stiamo prendendo nulla alla leggera». E se la notte ha avuto i riflettori puntati sull’alta, da oggi il sorvegliato speciale è il Bacchiglione, la cui ondata di piena è appunto attesa in serata. Come sempre, a rischio c’è l’area di golena in zona Paltana. Se, come previsto, si supera il limite, decine di abitazioni si ritroveranno con l’acqua in casa. Oltre gli allarmi per i fiumi, i disagi da maltempo sono stati tutto sommato contenuti: centinaia le chiamate ai pompieri, una sessantina gli interventi per alberi e pali sulle strade nella Bassa. Intanto Padova ieri sembrava immobile: per evitare disagi e spostamenti, l’università ha sospeso le lezioni, in tribunale regnavano vuoto e calma surreali. Poche le auto per strada e tanti padovani fermi, spaventati, inchiodati con il naso all’insù.