Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La rivoluzione del nuovo ospedale «Due cittadelle con people mover»
Il piano del Bo: un polo unico tra Padova Est e Giustinianeo, dove resterà il pronto soccorso
Cambio di paradigma. Non più due ospedali a sé stanti. Ma un unico ospedale disposto su due strutture distanti tre chilometri e mezzo l’una dall’altra e collegate tra loro da un «people mover» dedicato a pazienti, medici e visitatori. Ecco il nuovo polo della salute di Padova così come immaginato dall’università che ieri, per bocca del rettore Rosario Rizzuto, del presidente della Scuola di Medicina, Mario Plebani, e del professor Stefano Merigliano, docente di Chirurgia Generale al Bo, ha appunto presentato il suo «documento di visione», spiegando le diverse funzioni che, «verosimilmente tra una decina d’anni», dovranno trovare spazio nell’attuale nosocomio di via Giustiniani e in quello che verrà costruito a Padova Est. Lo studio di 34 pagine realizzato dall’ateneo, il cui slogan è «La persona al centro», è stato prima inviato al presidente della Regione Luca Zaia e poi illustrato al sindaco Sergio Giordani, al suo vice Arturo Lorenzoni e al direttore generale dell’azienda Ospedaliera, Luciano Flor, durante un incontro a Palazzo Moroni durato più di due ore.
«Il 31 luglio scorso – ha ricordato Rizzuto – quando a Venezia abbiamo firmato il pre-accordo di programma, ci era stato dato il compito di elaborare questo documento di visione entro il 30 novembre prossimo, mettendo nero su bianco l’ospedale che vorremmo da qui a una decina d’anni. Più di qualcuno, non perdendo occasione per parlar male della nostra Università, pensava che non ce l’avremmo mai fatta. E invece eccoci qui – ha rivendicato il rettore – con un mese d’anticipo rispetto alla tabella di marcia, a dimostrazione che le cose, allo stesso tempo, si possono fare presto e bene». Quindi, il numero uno del Bo è entrato nel merito della «visione»: «Quello che abbiamo immaginato è un ospedale accademico moderno con due sedi equivalenti e complementari. Ovvero senza sovrapposizioni, conflitti e inefficienze. Due strutture con circa 900 posti letto ciascuna – ha ribadito Rizzuto – e nelle quali assistenza, didattica e ricerca siano costantemente un tutt’uno».
Le principali caratteristiche del nuovo polo della salute, sempre secondo la linea tracciata dall’università, saranno queste. Il pronto soccorso si troverà soltanto in via Giustiniani, che sarà dotato di una piastra operatoria e dove non solo resteranno il Policlinico, l’area materno-infantile, il Centro Gallucci (cardiologia e cardiochirurgia) e gli ambulatori, ma verrà pure trasferito lo Iov. Mentre il Monoblocco e le cliniche sopra le mura saranno abbattuti. A Padova Est invece, nella zona di San Lazzaro alle spalle del Net Center e della Kioene Arena, verranno concentrate le attività di alta specializzazione suddivise per organo, nel senso che ogni parte del corpo avrà un edificio dedicato. «Smettiamola di parlare di ospedale di serie A e ospedale di serie B. Lo ripeto per l’ennesima volta – ha scandito il rettore del Bo – Si tratta di un unico ospedale d’eccellenza disposto su due poli che, per quanto ci riguarda, dovranno essere collegati da una sorta di shuttle, come quelli che uniscono i terminal negli aeroporti». Per dare il via a tutta l’operazione, però, manca ancora la cessione gratuita dal Comune alla Regione dell’area di 52 ettari di San Lazzaro: «La scadenza è sempre quella del 30 novembre prossimo. Noi siamo pronti – ha sottolineato anche ieri il sindaco Giordani – Aspettiamo che il presidente Zaia ci convochi dal notaio per il rogito».
La palla, dunque, passa al governatore. Il quale, par di capire, sarebbe ancora in attesa dall’agenzia del Demanio della stima del valore dei terreni in questione. Insomma, motivi tecnici che, a meno d’imprevedibili sorprese, non dovrebbero compromettere l’iter delineato tre mesi fa.
Rizzuto Realtà d’eccellenza collegate da uno shuttle stile aeroporto
Giordani Per la cessione delle aree la scadenza resta il 30 novembre