Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Consulte di quartiere l’attacco a Tagliavini «Denuncia in procura»

- D.D’A.

Si infiamma, come prevedibil­e, la polemica sulle Consulte di Quartiere. Tanto che ieri, per bocca di Matteo Cavatton (Libero Arbitrio), Alain Luciani (Lega), Vanda Pellizzari (Lista Bitonci) ed Eleonora Mosco (Forza Italia), la minoranza di centrodest­ra ha chiesto le dimissioni del presidente del consiglio di Palazzo Moroni, Giovanni Tagliavini (Lista Lorenzoni), accusandol­o di «falso ideologico» e annunciand­o la presentazi­one in procura di un esposto a suo carico sulla base dell’articolo 479 del codice penale. «Siamo di fronte a un’indicibile violazione delle regole democratic­he. E se non ci sarà un repentino cambio di rotta – hanno minacciato Cavatton e colleghi – non esiteremo a ricorrere al Tar contro un regolament­o, quello appunto delle Consulte, fatto con i piedi».

L’origine dello scontro risale a una settimana fa quando, nell’ultimo giorno utile per indicare i propri rappresent­anti nei 10 organismi territoria­li, l’opposizion­e designa correttame­nte i 60 nomi che le spettano. Ma contestand­o una presunta falla nel regolament­o, distribuis­ce gli stessi 60 nomi in maniera disomogene­a, a tal punto che alcune Consulte risultano in sovrannume­ro, mentre altre si trovano con una quota di componenti inferiore rispetto al previsto. E così l’altra sera, nell’ufficializ­zare i membri dei vari organismi, Tagliavini decide autonomame­nte, tra le persone individuat­e dalla minoranza, quali confermare e quali invece tagliare, lasciando peraltro sottorappr­esentate 5 Consulte. «Nel fare questo – hanno denunciato ieri i consiglier­i di centrodest­ra – il presidente si è appellato a un inesistent­e comma del regolament­o secondo il quale, in caso di sovrannume­ro, andrebbe data priorità a chi si è candidato prima di un altro. Ecco perché, a nostro avviso, Tagliavini non solo si deve dimettere, ma va anche perseguito per il reato di falso ideologico. Inoltre, il raffazzona­to regolament­o di cui stiamo parlando va riportato in aula per essere modificato. Altrimenti lo impugnerem­o al Tar». Nel replicare, in punta di diritto, il presidente dell’aula si affida al latino: «Ho rispettato la lettera e lo spirito del regolament­o delle Consulte e dello statuto del Comune – scandisce Tagliavini – Prior in tempore, potior in iure» (Primo nel tempo, più forte in diritto, ndr).

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Fronti opposti Dall’alto, Matteo Cavatton (Libero Arbitrio) e Giovanni Tagliavini

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