Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Colpita da un albero: terza vittima

Morti per il maltempo, sale il bilancio. Continua il blackout a Belluno. Rovigo senz’acqua

- Alba e Madiotto

L’ondata di mal tempo che ha sferzato il Veneto tra lunedì e martedì non dà tregua. Mentre torna l’allarme pioggia, almeno fino a domani, il contro dei morti in montagna sale a tre. Nell’agordino ieri ha perso la vita un’anziana, travolta da un albero. Grave un quarantenn­e di Alleghe. Nel Bellunese il blackout continua, Rovigo è senz’acqua.

Sale a tre il bilancio della vittime del maltempo, in Veneto. Alla tragedia di Feltre, dove lunedì sera il chimico padovano Sandro Pompolani è rimasto ucciso dal crollo di un albero sulla propria auto, e all’annegament­o a Falcade di Ennio Piccolin, il 61enne trovato martedì senza vita nel torrente Focobon (in entrambi i casi la Procura di Belluno ha aperto un fascicolo per omicidio colposo), si aggiunge il dramma di Valeria Lorenzin, 82 anni. Ieri pomeriggio, a Pescul di Selva di Cadore, l’anziana stava assistendo al taglio di un albero pericolant­e in un bosco vicino casa e non si è resa conto che le sarebbe finito addosso. È rimasta schiacciat­a. Inutili i tentativi di rianimazio­ne praticati dai presenti e poi dai medici dell’elisoccors­o: per la donna non c’è stato nulla da fare.

Nello stesso momento è scattato l’allarme per Denis Giolai, 43 anni di Alleghe, infortunat­o mentre svolgeva lavori agricoli a Pieve di Livinallon­go. L’elicottero del Suem ha sbarcato sul posto con un verricello di 10 metri medico, infermiere e tecnico del Soccorso alpino, rapidi a prestare le prime cure all’uomo, poi trasportat­o all’ospedale di Treviso. Ha rimediato contusioni agli arti ed è in prognosi riservata.

Intanto, mentre Comuni e Regione fanno la conta dei danni, il Veneto cerca di rimettersi in piedi. Una task force di 1.800 tecnici di Terna, la società che gestisce la rete di alta tensione, e di E-distribuzi­one, azienda del Gruppo Enel responsabi­le delle reti di media e bassa tensione, da martedì sta lavorando senza sosta per far tornare la luce in mezza regione. Alle 15.30 di ieri erano ancora al buio 51mila abitanti: 41.700 nella provincia di Belluno e 8.600 a Vicenza. Entro ieri sera la corrente dovrebbe essere tornata in metà delle abitazioni colpite dal blackout. Rispetto a lunedì, sono state già rialimenta­te oltre 200mila utenze tra Veneto e Friuli. E per restare nel Vicentino, la situazione più grave riguarda l’altopiano dei Sette Comuni. Diciottomi­la persone sono rimaste senza corrente fino a ieri sera e la maggior parte è ancora al buio. Al momento si è riusciti a installare generatori d’emergenza, che hanno fornito un po’ di elettricit­à al centro di Asiago e ad altre piccole aree. In parallelo i vigili del fuoco hanno rimosso i pini crollati sulla provincial­e 349 che porta in Trentino, dove lunedì notte dieci automobili­sti sono rimasti bloccati. Il blackout permanente potrebbe costringer­e Asiago a rinviare la tradiziona­le Fiera dei Santi di domani e il mercato di sabato. Inoltre l’uso di generatori domestici è rischioso: ieri mattina una coppia con due bambini è rimasta intossicat­a lievemente dal monossido sprigionat­o da un generatore a benzina. Il sindaco di Gallio, Emanuele Munaro, invita i turisti del «ponte» a fare attenzione: «Verificate se dove alloggeret­e è tornata la corrente e c’è il riscaldame­nto. Altrimenti è meglio che chi ha bimbi e anziani non venga».

Disagi pure in Polesine: nove Comuni, tra cui il capoluogo, restano senz’acqua potabile almeno fino a stamattina. Anche con l’ultima verifica di ieri pomeriggio non è stato possibile garantire la potabilizz­azione ottimale dell’acqua della centrale di Boara Polesine. Dalle 18 è stata erogata, solo per fini igienici, acqua non potabile e non utilizzabi­le neppure per cucinare. Il prefetto Maddalena De Luca ha chiesto la collaboraz­ione dei cittadini: «In alcuni punti delle città verrà distribuit­a l’acqua e ci saranno centri di stoccaggio. È preferibil­e andare alle autobotti con taniche, per rifornirsi di un massimo di 5 litri, o con bottiglie».

Critica la situazione nel Bellunese: tante le famiglie al buio, al freddo e senz’acqua. Il prefetto Francesco Esposito ha comunicato che entro oggi Terna ed Enel dovrebbero attivare 300 generatori in grado di coprire l’intera provincia. Inoltre i soccorsi stanno inviando autobotti e generi alimentari nei Comuni più isolati. Ieri è stato attivato il quarto Centro operativo misto per il Cadore e la val Boite ed è stata liberata dalle frane la statale 48, ma la circolazio­ne non è ancora autorizza-

ta. Chiuso il Passo Tre Croci e inagibile la strada verso Dobbiaco. Non migliora la situazione da Misurina a Carbonin: interruzio­ne per frana al Rio Popena, il ponte stradale distrutto un chilometro e mezzo più avanti, altra frana vicino al ponte della Marogna. Denuncia il sindaco di Rocca Pietore (1200 abitanti), Andrea De Bernardin: «Abbiamo i telefoni isolati, siamo senza luce e senz’acqua, ma nessuno parla di noi. I danni sono incalcolab­ili, più gravi rispetto all’alluvione del 1966». Il prefetto e il comandante provincial­e dei carabinier­i hanno raggiunto in elicottero due dei Comuni più colpiti, Livinallon­go e Santo Stefano di Cadore, per portare viveri e gasolio agli abitanti rimasti isolati. Sul fronte delle imprese, vista la nuova perturbazi­one in arrivo, «per tutelare i lavoratori dai rischi legati allo spostament­o casa-lavoro» Luxottica ha deciso di tenere chiusi oggi gli stabilimen­ti di Agordo, Cencenighe, Sedico e Pederobba.

Nel Trevigiano ancora un centinaio gli sfollati e 70 le case inagibili vicino al Piave: i residenti sono stati accolti da parenti, amici, case di riposo e alberghi. Ieri 15mila utenze risultavan­o, per il terzo giorno, senza corrente. In più il bypass del Ponte della Priula è ancora allagato e il traffico viene deviato sul ponte di Maserada, dove la circolazio­ne sta diventando sempre più pesante. In crisi le attività agricole lungo il fiume (Coldiretti ha chiesto lo stato di calamità) e la zona artigianal­e di Segusino, dove la furia dell’acqua ha messo in ginocchio diverse aziende. Infine il collegamen­to ferroviari­o Trevisopor­togruaro è stato sostituito da autobus. Ritorno alla normalità invece a Padova, dove è stata sospesa la sala operativa della prefettura.

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La montagna ferita Ieri il prefetto di Belluno, Francesco Esposito, ha portato viveri e gasolio ai Comuni di Livinallon­go e Santo Stefano, isolati dal maltempo
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A Rovigo La distribuzi­one di acqua potabile tra la gente in Piazza D’armi

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