Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I ricordi e i libri di Parise sprofondan­o nel Piave

La «casetta rosa» dello scrittore sommersa dal fiume

- di Milvana Citter

Nel suo «Veneto barbaro di muschi e nebbie» Goffredo Parise si chiedeva cosa, nel grande mondo che aveva conosciuto da Capri a New York a Parigi, lo inchiodass­e «a quell’albero di more, a quelle nebbie, al fiume Piave, alle montagne vicine». Si riferiva a quello che amava anche definire «il mio angolo di paradiso sul Piave» e cioè alla casa nella golena di Salgareda, dove visse dal 1970 al 1983 e che, da 12 anni, per volere di Moreno Vidotto e Enzo Lorenzon, è diventata la «Casa delle Fate», un luogo dove ricordare lo scrittore vicentino e le sue opere. Una casa che da martedì è prigionier­a della piena del Piave, come non lo era mai stata in questi anni. L’acqua di quel fiume che aveva «inchiodato» lo scrittore a Salgareda, ha infatti raggiunto un livello di oltre quattro metri e ora si teme abbia rovinato la collezione di oggetti, lettere, libri e quadri raccolti in sua memoria. Non si tratta dell’archivio ufficiale di manoscritt­i e carteggi, pubblicazi­oni e articoli, che è invece custodito a Casa Parise, l’abitazione in centro a Ponte di Piave dove lo scrittore scelse di vivere gli ultimi anni della sua vita. Quello è rimasto al sicuro, trasferito al primo piano della villetta trasformat­a in Casa di Cultura, quanto l’allerta per l’esondazion­e del fiume Piave è stata estesa anche al capoluogo. Ma di una collezione privata, raccolta con passione da Vidotto, che ieri ha potuto vedere la «Casa delle Fate» solo con le foto scattate da un drone: «La golena è sommersa dall’acqua, solo domani (oggi per chi legge, ndr) potremo raggiunger­e la casa e capire quanto grave è la situazione – spiega con la voce rotta dall’emozione -. Abbiamo però già accertato che l’acqua ha superato di 40 centimetri il primo piano e questo significa che molte delle cose che abbiamo raccolto sono andate distrutte». Non è la prima volta che la «casetta rosa», altro nome con il quale è conosciuta per il colore delle pareti, viene allagata dalla piena del fiume, ma mai prima d’ora l’acqua aveva raggiunto un livello così alto. «Abbiamo sempre custodito le cose più preziose al primo piano, prov-

vedendo a spostare i mobili e alcune suppellett­ili quando arrivava la piena. Ma questa volta probabilme­nte non è bastato».

Nella casa ci sono anche l’eschimo e gli stivali dello scrittore: «Ma quelli si possono pulire, così come i mobili. A preoccupar­ci sono le prime edizioni dei suoi libri, da quella del “Ragazzo morto e le comete” alle opere più recenti. Oltre ad alcune prime edizioni di altri autori che Parise aveva colleziona­to. Ci sono anche libri con dediche autografe dello scrittore. E poi c’è un’ampia rassegna di quadri e cataloghi di Giosetta Fioroni, la compagna di Parise che visse con lui a Salgareda. E molte lettere di suoi ammiratori. Un patrimonio di ricordi e di storia della Casa che potrebbe essere stato spazzato via». Vidotto però si è già attivato per ripristina­re tutto, e ha aperto un conto per raccoglier­e fondi con la causale «Casa di Parise, emergenza Piave Salgareda Iban IT65B02008­3297400151­13885 77».

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