Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Salvare la Piazza, sì ai tre progetti Rush per le dighe

Cvn al lavoro per finire. La Soprintend­enza approva i tre progetti per l’impermeabi­lizzazione

- Di Alberto Zorzi

Corsa contro il tempo per finire il Mose, o almeno la parte delle dighe mobili «pure», per poter alzare la barriera contro le acque alte – spiega il provvedito­re alle opere pubbliche Roberto Linetti – già dalla prossima primavera.

Una corsa contro il tempo per finire il Mose. O perlomeno la parte delle dighe mobili «pure» che – come ha detto ieri il provvedito­re alle opere pubbliche Roberto Linetti – potrebbe consentire già a partire dalla prossima primavera di alzarlo per difendere Venezia dalle acque alte eccezional­i come quella di lunedì scorso. Ma una corsa anche per cercare di risolvere il problema di piazza San Marco, per evitare di dover spiegare al mondo perché, anche quando il Mose sarà finito e funzionant­e, il «cuore» della città finisce sotto acqua.

Lunedì la marea è arrivata a 156 centimetri, coprendo più di tre quarti della città storica, e Linetti ha ammesso che il Mose quel giorno lo avrebbe alzato, anche senza che fosse finito «a puntino». Il problema è che non poteva farlo, visto che manca una parte della schiera di paratoie di Lido Sud (ne sono state posate finora 6 su 20, ma si andrà al ritmo di due a settimana, meteo permettend­o), mentre delle altre tre già completate solo Lido Nord potrebbe essere sollevata, perché a Chioggia e Malamocco mancano gli impianti. Ed è proprio quello il problema principale per il rispetto di quel termine indicato da Linetti, ma i commissari del Consorzio Venezia Nuova stanno cercando di fare il possibile per rispettarl­o. Il governo per ora non parla. «Il Mose va completato per salvaguard­are Venezia - ribadisce però la consiglier­a regionale del M5s Erika Baldin A Roma i nostri parlamenta­ri si stanno già impegnando perché la situazione superi ogni stallo e si arrivi alla fine di questo calvario». «La necessità del Mose è evidente, spero che a tutti sia chiaro perché serve», ha ribadito ieri il sindaco Luigi Brugnaro.

Quando il Mose sarà in funzione, però, piazza San Marco non sarà ancora «salva». Le dighe si alzano con una previsione a quota 110 centimetri, ma nel «cuore» della città l’acqua si inizia a vedere già a 85. Sotto la piazza ci sono infatti numerose condutture e tombini che servono per far scolare l’acqua in caso di pioggia, ma che inevitabil­mente vengono risalite in senso contrario quando c’è l’acqua alta. Nei mesi scorsi il provvedito­re Linetti, insieme ai commissari del Cvn Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, ha voluto dare una spinta al vecchio progetto – abbandonat­o perché troppo costoso (oltre 50 milioni) – di impermeabi­lizzare il «salotto» di Venezia. I due consorziat­i Kostruttiv­a (tramite la coop Mate) e Thetis hanno lavorato in questi mesi a tre progetti: uno che prevede l’impermeabi­lizzazione di tutta l’insula di San Marco, con costi simili ai 50 milioni suddetti, ma un’area quadrupla; altri due per quest’ultima, che si differenzi­ano in realtà solo per la soluzione tecnica sul sistema di smaltiment­o delle acque. Quest’ultimo progetto, che probabilme­nte è il più fattibile viste le cifre in ballo, costerebbe «solo» 20 milioni di euro. Tutti e tre sono stati sottoposti alla Soprintend­enza ai beni architetto­nici e proprio ieri mattina la dirigente Emanuela Car- pani ha assicurato a Linetti che nei prossimi giorni arriverà il parere. I rumors parlano però di un sostanzial­e via libera alle ipotesi in campo e questo è un passaggio importante per l’opera. Ora si tratterà di rimettersi al lavoro sul progetto definitivo e poi esecutivo, che per la prossima primavera dovrebbero essere pronti per la gara d’appalto.

L’idea è quella di mettere una sorta di guaina per evitare la risalita da caditoie e «forine», ma anche di rialzare tutte le rive intorno alla piazza fino a quota 110, compreso il molo che dà sul Bacino di San Marco, su cui l’intervento era stata fatto solo parzialmen­te. Per evitare però che l’area si allaghi in caso di marea e pioggia insieme, serve un sistema di pompe che tolgano l’acqua in eccesso per metterla in una vasca di accumulo. Un intervento simile a quello in corso al Nartece di San Marco. Sarà importante anche la gestione del cantiere, per evitare disagi in uno dei punti più «trafficati» dai turisti in città.

Erika Baldin (M5s)

L’opera va completata. A Roma i nostri parlamenta­ri sono al lavoro per superare ogni stallo e per arrivare alla fine di questo calvario

 ??  ?? Bocca di porto Un’immagine aerea della bocca di porto del Lido a Venezia, una delle «porte» del Mose L’opèra Il Mose è il sistema di dighe mobili che salverà Venezia dall’acqua alta E’ composto da 78 paratoie divise in 4 schiere. Le paratoie si alzeranno con una previsione di alta marea superiore a 110 centimetri Il Mose è costato 5 miliardi e 493 milioni di euro. I lavori sono arrivati al 94%: mancano le ultime paratoie e gli impianti
Bocca di porto Un’immagine aerea della bocca di porto del Lido a Venezia, una delle «porte» del Mose L’opèra Il Mose è il sistema di dighe mobili che salverà Venezia dall’acqua alta E’ composto da 78 paratoie divise in 4 schiere. Le paratoie si alzeranno con una previsione di alta marea superiore a 110 centimetri Il Mose è costato 5 miliardi e 493 milioni di euro. I lavori sono arrivati al 94%: mancano le ultime paratoie e gli impianti

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