Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«San Marco, il morso del sale sui capolavori»
Tecnici del Mibact al lavoro. Nartece allagato, sotto osservazione
«Tutto sembra come prima, ma la quantità di sale accumulata è molto ampia sia per l’altezza che per la durata di permanenza dell’acqua», dice Mario Piana, proto di San Marco. É l’effetto dell’acqua alta, che ha invaso la Basilica.
l’arciprete della basilica, monsignor Giuseppe Camilotto. A scattare foto è la mano degli stessi turisti che ieri pomeriggio sedevano sfiniti nell’ala della Madonna di Nicopeia, ignari che solo due giorni prima fosse invasa dall’acqua insieme a battistero, cripta e cappella Zen. E lì non ci potrebbero neanche stare, perché è una porzione esclusivamente dedicata al culto, tanto che un addetto è costretto a chiedere ad ognuno se il loro intento è quello di pregare, altrimenti vengono dirottati verso la Pala d’oro. Tanti a quel punto annuiscono per 10 minuti di posto a sedere, e lui apre e chiude in continuazione l’accesso in corda rossa di velluto. È da quel punto che ieri si poteva ancora osservare l’acqua alta inondare il nartece, l’atrio che circonda il braccio occidentale e lascia affluire e congedare i turisti dalla porta San Clemente a piazzetta dei leoncini. Una scena già vista per i veneziani: questo vestibolo è abitualmente coperto d’acqua quando questa sale oltre i 65 centimetri. I lavori che le permetteranno di scolare sono ancora in corso, ma tuteleranno il nartece non oltre gli 85 centimetri: se l’acqua li supera si ripresenterà il problema. Ora il nartece è l’arto della basilica che soffre di più, con i suoi portoni in bronzo bizantini, le sue colonne e i suoi marmi. Perché «qui il livello del mosaico che comincia alla base delle volte è più basso rispetto al resto della chiesa - spiega Piana -, la risalita capillare del sale dovuto alla bagnatura ha raggiunto, e forse superato, la base dell’attacco dei mosaici». Ed è come se un malato di cuore facesse una maratona: «Magari ce la fa - spiega il proto di San Marco dopo il sopralluogo con i tecnici della Sovrintendenza però lo sforzo non gli ha sicuramente fatto bene». «Ma il Mose non dovrebbe fermare l’acqua alta?» chiedono alcuni turisti inglesi al banco dello shop, proprio sopra alle passerelle del vestibolo allagato. «Finché non lo finiscono è dura» ripete l’addetto vendite ormai a memoria. Nel frattempo i tecnici del Mibact stavano valutando i danneggiamenti: rilievi non ancora finiti ma già in grado di escludere crolli o cedimenti dei manufatti.