Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Zaia: «Come un terremoto ho scritto a Conte» Indennizzi, moduli online

- Di Martina Zambon e Davide Piol

Il viso scuro di chi avrebbe preferito non aver ragione: «Avevo detto che ci aspettava la tempesta perfetta e qui sembra di vedere l’esito di un terremoto». Ieri mattina il governator­e Luca Zaia era in sopralluog­o nel Bellunese, la provincia messa in ginocchio dal maltempo eccezional­e di questi giorni. A bordo dell’elicottero dei vigili del fuoco, ieri Zaia ha sorvolato i comuni di Agordo, Cencenighe, Alleghe, Caprile, per poi atterrare a Rocca Pietore. Le valli lungo il torrente Cordevole sono rimaste senza bosco. Gli alberi, dall’alto, sembrano bastoncini di Shangai buttati per terra alla rinfusa. «La zona più devastata è l’agordino. - ha detto Zaia - Oggi è partito anche l’esercito. Alcune zone sono senza corrente elettrica, segnale telefonico e acqua». Scenari di guerra anche sull’altopiano di Asiago, sul massiccio del Grappa e nel Veneto orientale. Così già ieri il governator­e ha spedito una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per allertare l’intervento dello Stato. Da Roma il deputato bellunese di FI Dario Bond riferisce di aver avuto rassicuraz­ioni dal titolare del Mef Giovanni Tria per trovare risorse per il Veneto in legge di bilancio. Su scala ovviamente ridotta, Roberto Padrin, alla guida della Provincia di Belluno annuncia di aver stanziato un milione. In Regione il Pd chiede di mettere mano anche al bilancio regionale per sopperire alle prime urgenze. L’emergenza no, non è finita, per oggi si attende il colpo di coda della perturbazi­one ma la conta dei danni è urgente. La grande paura, ad esempio, nel Bellunese, è che dopo il fuoco dell’immane incendio della scorsa settimana, la pioggia e il fango degli ultimi giorni, a breve possa cadere la prima nevicata che darebbe il colpo di grazia ad agricoltur­a e zootecnia, tante, tantissime le stalle e i fienili stipati di cibo per il bestiame al momento senza un tetto. Tanto che ieri gli elicotteri del soccorso alpino hanno raggiunto Livinallon­go e Rocca Pietore tutt’ora isolate per coprire con dei teli una ventina di abitazioni senza tetto. Danni che vanno documentat­i in tempo reale, lo raccomanda anche l’anci, in modo che le procedure per accedere ai fondi legati allo stato di calamità siano più agili. E a tempo di record, Avepa già ieri pomeriggio metteva online il modulo per la richiesta danni mentre i tecnici erano sul campo per le prime valutazion­i, dalle vallate dolomitich­e alla costa con le coltivazio­ni di mitili off shore distrutte dalla furia del mare. Palazzo Balbi sta riempiendo un dossier con le foto di cittadini e sindaci che testimonia­no le situazioni più gravi. Zaia ha confermato la stima di «una miliardata» di euro di danni in Veneto, centinaia di milioni solo nel Bellunese. «Faccio un appello a tutti – ha continuato Zaia – Non lasciate solo l’agordino. Cerchiamo di andarci quando saranno pulite le strade, fare una settimana bianca, andare al ristorante. È una chiamata di popolo affinché queste terre non diventino lande deserte. Gli impianti sembrano a posto ma servono verifiche da parte di tecnici». Il secondo appello è stato lanciato alle banche. «Chiedo agli istituti bancari di sospendere le rate del mutuo per coloro che si trovano senza corrente e in condizioni disagiate. Mi auguro che possano essere trovate misure ad hoc per questi cittadini. Le banche devono essere al nostro fianco, ne abbiamo bisogno». Ieri, però, era ancora piena emergenza: «Sono decine e decine le aziende che non riusciamo a contattare in alcun modo». Il grido esasperato arriva dalla Confartigi­anato di Belluno mentre la pioggia ha smesso di flagellare la montagna ma i telefoni sono ancora muti e l’oggetto del desiderio è un «generatore» per far ripartire gli impianti di riscaldame­nto ma, soprattutt­o, le celle frigorifer­e. Lo stesso vale per gli uomini della Coldiretti bellunese, lo stesso vale per l’altopiano di Asiago. Il problema è il tempo che morde alle caviglie gli agricoltor­i della montagna: «I tetti vanno riparati subito - spiega Michele Nenz di Coldiretti - perché se nevica è la fine. Chiediamo alla Regione che è stata assolutame­nte disponibil­e di posticipar­e alcune scadenze, adempiment­i burocratic­i ma, soprattutt­o, che si anticipino i pagamenti che a saldo previsti per marzo. Gli agricoltor­i hanno bisogno di liquidità per riparare i tetti in fretta e, poi, chiediamo che si attivi subito la misura del Psr, il Piano di Sviluppo Rurale, rispetto ai danni da calamità atmosferic­a». Andrea Ferrazzi, direttore di Confindust­ria Belluno allarga le braccia: «È ancora presto per quantifica­re i danni, non riusciamo a contattare decine di associati soprattutt­o Longarone, Feltre e l’alpago. Un plauso alla macchina regionale che ha imposto la chiusura, probabilme­nte anche nelle fabbriche così si sono salvate vite umane». Non va meglio sull’altopiano. Il sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern spiega: «In molti sono ancora senza corrente, riallaccio delle linee in tempi brevi ma ringrazio soprattutt­o la Regione che ha deciso di chiudere le scuole, tantissimi erano in casa e questo ha evitato ulteriori tragedie. Ora, però, si pone il tema di dotarci di generatori, non possiamo restare al buio per 48 ore».

 ??  ??
 ??  ?? DetritiIn alto Zaia a Rocca Pietore accanto al comignolo di una casa sommersa dai detriti. Qui sopra una distesa di tronchi d’albero ammassati sulla diga Vallesina, sempre nel Bellunese (foto Zanfron)
DetritiIn alto Zaia a Rocca Pietore accanto al comignolo di una casa sommersa dai detriti. Qui sopra una distesa di tronchi d’albero ammassati sulla diga Vallesina, sempre nel Bellunese (foto Zanfron)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy