Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ora i grillini vogliono silurare il tram
Richiesta a Toninelli: «Togliere i finanziamenti alla nuova linea, costosa e obsoleta»
L’iter è avviatissimo, ma siccome si tratta del principale partito di governo c’è comunque da preoccuparsi: il deputato M5S Federico D’incà ha interrogato il ministro Toninelli, suo compagno di partito, per sollecitarlo a fermare - con la solita formula dell’analisi costi-benefici - il finanziamento di 56 milioni alla seconda linea del tram di Padova, opera giudicata costosa e obsoleta. Il vicesindaco Lorenzoni ostenta però sicurezza: «Andremo avanti».
In politica, si sa, nulla succede mai per caso. E quindi, se un deputato del M5S interroga il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, suo collega di partito, invitandolo a «sospendere la concessione del finanziamento di 56 milioni di euro» al Comune di Padova per la nuova linea di tram Stazionevoltabarozzo, significa che c’è un intento preciso. E che la vicenda, se non altro alla luce del recente congelamento dei fondi statali del Bando Periferie (18 milioni di euro per la città, in seguito sbloccati), è molto più seria di quanto sembra. Il deputato grillino in questione, che riveste anche il ruolo di questore della Camera, è il bellunese Federico D’incà, autore l’altro giorno di un’interrogazione al suo compagno di movimento, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, sulla nuova linea di tram Stazione-voltabarozzo, finanziata con 56 milioni di euro dal precedente governo. Un finanziamento, quello messo nero su bianco in un decreto del 22 dicembre scorso poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 gennaio di quest’anno, che il governo in carica ha confermato circa tre mesi fa (era il 4 agosto) per bocca dello stesso Toninelli. Ciò nonostante, però, l’arringa del deputato bellunese è stata molto dura. Tanto che il ministro si è riservato di rispondervi nel giro di una settimana. D’incà, nel denunciare che l’attuale linea di tram Pontevigodarzere-guizza (in funzione da marzo 2007) «costò 84 milioni di euro anziché i 58,3 iniziali», ha elencato le presunte criticità di «un mezzo che risale agli anni 90»: «Difficoltà di approvvigionamento dei pezzi di ricambio, pericolosità per moto e biciclette quando passano sopra la rotaia, costi di manutenzione molto elevati e rigidità dell’infrastruttura che non consente di modificare il percorso». Poi, sottolineando che i 56 milioni di euro previsti per la nuova linea Stazione-voltabarozzo risalgono a una stima fatta nel 2003 e quindi andrebbero «rivalutati in 70 milioni di euro, ai quali devono esserne aggiunti almeno altri 20 per l’acquisto dei mezzi», il deputato ha sostenuto che il tragitto sarebbe «completamente inadatto al passaggio di un tram» perché implicherebbe «anni di cantieri con ricadute negative sulle attività commerciali della zona e sulla qualità della vita dei residenti». Insomma, secondo D’incà, il convoglio prodotto dalla francese Translohr (oggi inglobata dal gruppo Alstom), sarebbe caro e obsoleto: «Va fatta un’analisi costi-benefici dell’opera per valutare l’adozione di mezzi alternativi a quello su rotaia», ha concluso il deputato, ipotizzando appunto il «congelamento» della concessione dei 56 milioni di euro. «Evidentemente – rincara la dose Simone Borile, capogruppo del M5S a Palazzo Moroni – se il questore della Camera interroga il ministro del suo stesso partito su un tema del genere, vuol dire che le problematiche del progetto sono sotto gli occhi di tutti». Ma Arturo Lorenzoni, vicesindaco con delega alla Mobilità, getta acqua sul fuoco: «Non abbiamo nessun timore di perdere il finanziamento, che peraltro lo stesso Toninelli ci ha confermato tre mesi fa. La scorsa settimana – ricorda poi il professore di Coalizione Civica – il ministero ci ha inviato la bozza di convenzione, che contiamo di firmare entro la fine di quest’anno per poi procedere con la gara per la progettazione esecutiva dell’opera». D’altro canto, secondo Lorenzoni, non esistono alternative al Translohr: «Non c’è nessun altro mezzo che, con una frequenza di circa otto minuti, riesca a trasportare 2.500 persone all’ora». Insomma, avanti tutta. Ma il pallino, ora più che mai, è nelle mani del ministro Toninelli. E i segnali che arrivano da Roma paiono tutt’altro che rassicuranti.