Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Violenza al B&B le donne accusano in aula
(r.pol.) Hanno parlato davanti al pubblico ministero e ai giudici coperte da una tenda che ha separato il loro sguardo da quello dell’uomo accusato di averle violentate e drogate. Sono arrivate da vari angoli d’europa le cinque testimoni che due anni fa avevano denunciato il carabiniere Dino Maglio, militare in forze alla stazione di Teolo e proprietario di un B&B, accusato di aver violentato quattro donne dopo averle drogate, e di aver somministrato farmaci ad altre dieci senza che loro ne fossero a conoscenza. Ieri in aula le giovani, aiutate da un’interprete, hanno descritto Maglio come un uomo inizialmente molto gentile e premuroso con loro. Salvo poi ritrovarsi a fine serata stordite dai farmaci, svestite e con il vivido ricordo di aver subito rapporti sessuali senza consenso.
Le donne, che spesso nel corso dell’udienza si sono lasciate andare a lunghi pianti ricordando gli avvenimenti, non hanno avuto alcun dubbio nel ribadire le accuse al carabiniere. Dal canto suo Maglio, accompagnato dal suo avvocato Enrico Cogo, al termine di alcune deposizioni ha voluto fare dichiarazioni spontanee, contestando punto per punto le versioni delle ragazze. In particolare ad una portoghese, che aveva descritto al giudice i dettagli di una cena in cui Maglio avrebbe allungato le mani, l’imputato ha voluto precisare. «Non è vero che non sapevano quello che facevano – ha detto al presidente del collegio - questa ragazza in particolare dice di ricordare bene un particolare avvenimento, ma anche io ricordo perfettamente quello che aveva bevuto, ricordo di aver offerto a lei e a una sua amica del fragolino e altri vini dei colli, e poi di essere andato con loro alla discoteca Villa Barbieri – ha spiegato – avevo dato loro le tessere delle consumazioni che avrei pagato io perché erano mie ospiti, ma quando me le riconsegnarono all’uscita non avrei mai pensato di dover pagare così tanto, e mi arrabbiai molto cono loro – e aggiunge – erano così ubriache che vomitarono in auto, non capisco come possono essere così precise nel loro racconto».