Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Visite in nero, pm a caccia di nuovi casi

Soldi per saltare le liste d’attesa, l’indagine riparte. Dopo Litta altri medici nel mirino

- Polese

Sono tutt’altro che chiuse le indagini sul ginecologo Pietro Litta, responsabi­le della Chirurgia mini-invasiva interna alla Clinica ostetrica dell’azienda ospedalier­a di Padova, indagato per peculato dopo un pagamento in nero svelato da Petrolio di Rai1. Il pm ha chiesto una perizia informatic­a aggiuntiva sui dati del Cup. Si cercano nuovi casi riferiti allo stesso Litta e se altri medici ospedalier­i in regime di intramoeni­a abbiano usato lo stesso stratagemm­a.

Sono tutt’altro che chiuse le indagini sul ginecologo Pietro Litta, responsabi­le della Chirurgia mini-invasiva interna alla Clinica ostetrica dell’azienda ospedalier­a di Padova, indagato per peculato dopo un servizio di Petrolio, trasmissio­ne di Rai1, che aveva svelato un pagamento in nero al medico.

Nuovo impulso

Proprio mentre si attendeva la notifica della chiusura dell’inchiesta, che vedrebbe il professore responsabi­le di due casi di peculato (essendo in regime di intramoeni­a, l’azienda ospedalier­a avrebbe dovuto incassare una parte della parcella del prof), c’è il colpo di scena: il pubblico ministero Silvia Golin ha chiesto nuove indagini e una perizia aggiuntiva da parte di un esperto informatic­o, che analizzi i dati registrati dal sistema di prenotazio­ni dell’ospedale. L’obiettivo non è solo capire se qualche paziente di Litta sia stata registrata con il centro unico di prenotazio­ni e poi cancellata per non far figurare la prestazion­e. Le indagini puntano soprattutt­o a comprender­e se altri medici ospedalier­i in regime di intramoeni­a abbiano usato lo stesso stratagemm­a. L’inchiesta che sembrava chiusa quindi in realtà non lo è, e potrebbe riservare altre sorprese, ad esempio altri nomi di medici indagati.

Petrolio denuncia

Il caso Litta fece scalpore perché ad alzare il velo sul comportame­nto illecito del medico furono le telecamere della trasmissio­ne Petrolio, puntata in onda su Rai Uno nel gennaio scorso. La giornalist­a si presentò alla struttura convenzion­ata «Clinica Città Giardino» dove il professore prestava servizio, sempre in ambito ospedalier­o, e chiese al medico se fosse possibile superare la lista di attesa per un intervento di chiusura delle tube: le fu risposto di sì, prospettan­do il pagamento di duemila euro. L’accertamen­to medico che era avvenuto poco prima invece fu pagato con 200 euro senza fattura.

Le conseguenz­e

A seguito di questo fatto, sono state sentite tutte le pazienti del professore e solo in un’altra occasione è emerso un pagamento in nero; altri due casi sospetti sono ancora sotto la lente degli investigat­ori. A causa di questa indagine, Pietro Litta è stato sottoposto a un fuoco di fila di ispezioni mai viste prima: l’università lo ha sospeso per un anno, la Regione ha mandato gli ispettori in ospedale a setacciare l’intera attività del 2017 del professore padovano, con l’obiettivo di ricostruir­e nel dettaglio le procedure di 250 interventi chirurgici da lui eseguiti: dall’appuntamen­to, alla visita, alla diagnosi, fino alla prescrizio­ne, nonché dall’inseriment­o in lista d’attesa all’entrata in sala operatoria. Il dossier è finito sul tavolo del direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan.

Nuovi sospetti?

Ma non è finita qui, non solo gli ispettori, organi operativi della Giunta regionale, hanno passato al vaglio il caso Litta, ma anche il Consiglio regionale ha voluto un proprio report sulla vicenda, allargando l’indagine a tutto l’impianto extra e intramoeni­a per capire se i medici rispettino le regole che impone la profession­e. Probabilme­nte gli esiti di queste indagini sono finiti sul tavolo del pubblico ministero ed è per questo che il magistrato ha chiesto maggiori accertamen­ti, per verificare altri casi sospetti.

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Il repartoLa Clinica ostetricia­ginecologi­ca dell’azienda ospedalier­a di Padova al centro dello scandalo

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