Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Video e insulti su Facebook contro le vigilesse al cellulare A processo per diffamazione
«Ecco amici, mentre un Bangladesh di nuovo ha tentato di vendermi del grano e affari luminosi, le nostre vigilesse impegnate al cellulare». Un video di una quarantina di secondi, girato in piazza San Marco il 16 gennaio 2015 e postato sul suo profilo Facebook ora rischia di costare una condanna a una 36enne veneziana e al marito 40enne, accusati di diffamazione nei confronti delle due vigilesse. E potrebbe essere un precedente importante, visto che ormai sempre più spesso, in tanti gruppi social, circolano video o immagini analoghe.
Ieri si è aperto il processo che proseguirà a dicembre. I difensori dei due imputati, gli avvocati Antonio Alessandri e Fabiana Danesin, hanno chiesto il rito abbreviato e confidano in un’assoluzione, anche perché già la procura, dopo la denuncia delle due vigilesse, aveva chiesto l’archiviazione. Il gip ha però disposto l’imputazione coatta e si è arrivati al processo in aula. «Tra l’altro dal video non era nemmeno possibile riconoscere le due vigilesse», dice l’avvocato Alessandri. Le due però erano state richiamate grazie a una verifica su chi fosse di turno quella sera a San Marco. Di fronte alla richiesta di spiegazione da parte del comando della Polizia municipale, si sarebbero difese dicendo che stavano usando il cellulare per motivi di servizio. A costare il processo per diffamazione ai due coniugi non è stata solo la pubblicazione del video, ma anche i commenti «pepati» postati sotto. «Che misere - aveva scritto la donna - Le vigilesse sono oscene, indecorose e indegne della divisa». Non da meno era stato il marito: «Le solerti vigilesse - aveva scritto con sarcasmo - sono state ingobbate dieci minuti al cellulare». (a. zo.)