Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Mohamed torna a casa con la figlia «Temevano che la rapissi io»

La madre l’aveva portata in Polonia. «Era sorvegliat­a da una persona armata»

- Antonio Andreotti

«Ho ancora paura che qualcuno possa ancora portare via mia figlia, anche qui ad Adria». A parlare è Mohamed, il genitore marocchino residente nel Delta del Po che ha ottenuto dalla giustizia della Polonia la custodia di sua figlia che ha otto anni. La bimba era da mesi nel paese dell’est dopo esser stata portata via dal Polesine dalla madre polacca, che si è vista dare torto dai giudici suoi connaziona­li. Ieri pomeriggio Mohamed, che lavora come piastrelli­sta per una ditta di Milano con un contratto di tre mesi, era nello studio del suo avvocato Arianna Vicentini ad Adria, reduce dal ritorno in Polesine dalla Polonia con la bimba.

«In Polonia – racconta Mohamed - mia figlia ultimament­e era sorvegliat­a da una persona armata perché temevano che io potessi rapirla. Se non ci fosse stato mio cugino al mio fianco in questi giorni, da solo non avrei retto la tensione». La paura per il nordafrica­no però non è finita: «Temo che qualcuno possa pensare a portarmi via di nuovo la mia bimba. Una cosa che è già successa», commenta amaramente Mohamed.

La piccola protagonis­ta della vicenda, che da ieri è tornata in Polesine, è nata nel 2010 nel Delta del Po. I suoi due genitori – lui musulmano e lei cattolica – iniziarono presto a non andare d’accordo e si lasciarono quasi subito in maniera conflittua­le senza essersi sposati. Dal tribunale di Rovigo il marocchino ottenne l’affido condiviso e gli venne anche concesso di tenere la figlia per alcune notti. Il tribunale rodigino, inoltre, decise il divieto di espatrio per entrambi i genitori senza l’autorizzaz­ione del giudice tutelare. Nel 2017 la madre chiese di potersi recare in Polonia per pochi giorni, e se ne andò con la figlia al suo paese d’origine. Immediatam­ente venne sporta a suo carico una denuncia per il reato di sottrazion­e internazio­nale di minori da parte dell’avvocato Vicentini. In Polonia i giudici per due volte diedero ragione al marocchino e torto alla loro connaziona­le.

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(Biasoli) RiunitiPap­à Mohamed con la figlia e l’avvocato che ha seguito il suo caso, Arianna Vicentini

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