Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il nonno alla nipote: sesso per denaro e palpeggiamenti Maxi-condanna
Condanna a sei anni e sei mesi ieri in Tribunale a un 84enne altopolesano, G.R., accusato di aver toccato nelle parti intime la nipote, oggi ventisettenne, dal 2001 al 2016. L’accusa aveva chiesto otto anni mentre la difesa (avvocato Barbara Bisaglia) preannuncia già appello. La ventisettenne avrebbe iniziato a subire molestie dal nonno materno all’età di dieci anni. Nessun rapporto sessuale completo, ma una serie cospicua di palpeggiamenti avvenuti dentro le mura di casa, dato che la minore abitava coi nonni materni e la madre.
Poi nel 2016 la svolta. La giovane — non costituita come parte civile nel procedimento — si fidanzò e iniziò a parlare con la madre delle molestie subite. Inoltre, riuscì a registrare una conversazione col nonno nel corso della quale quest’ultimo le avrebbe proposto di fare sesso in cambio di denaro. Pur non sentito in aula, il contenuto della registrazione è stato confermato da numerosi testimoni nel corso delle udienze e pare aver avuto un peso significativo nella richiesta dell’accusa prima e nella sentenza poi.
Sempre ieri è partito di fatto il processo per il presunto abuso d’ufficio nelle modalità d’affidamento diretto del Consorzio rifiuti alla
«Daneco Impianti» di Roma, a metà 2012, dello stoccaggio provvisorio di 47.000 tonnellate di rifiuti non pericolosi da conferire sulla sommità della discarica «Taglietto zero» di Villadose. Imputati il presidente del Consorzio rifiuti Pierluigi Tugnolo, 64enne di Adria e gli esponenti del consiglio Laura Bombonato, 31enne rodigina; Roberto Bonato, 64enne di Badia; Moreno Cezza, 45enne di Rovigo; Luigi De Falco, 56enne rodigino; Bella Furlan, 40enne di Taglio di Po; Luca Ghedini, 51enne di Badia; Marco Martelli, 52enne di Bergantino. Assieme a loro è a processo anche Bernardino Filipponi, 47enne milanese legale rappresentante della «Daneco impianti».
Nell’udienza sentito il maresciallo che ha svolto le indagini sull’affidamento per conto della Procura. Ha spiegato che nel 2012 era stato vagliato anche il trasporto delle 47.000 tonnellate di rifiuti alla discarica padovana di Sant’urbano senza l’applicazione della ecotassa regionale, con un risparmio di oltre 1 milione di euro e ha rilevato che l’affidamento alla «Daneco impianti» non aveva i caratteri dell’urgenza tali da imporre un affidamento diretto senza gara come invece avvenne da parte del Consorzio rifiuti. Le difese hanno ribattuto punto su punto. Prossima udienza il 27 giugno 2019, anche se ormai la prescrizione — prevista per il prossimo autunno — incombe.
Rifiuti a Villadose Presunto abuso d’ufficio per lo stoccaggio, quasi certa la prescrizione