Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pediatri dipendenti della Regione «Si parte a gennaio»

- Michela Nicolussi Moro

A partire da gennaio, i pediatri di libera scelta diventano dipendenti della Regione. Lo prevede il Piano sociosanit­ario 2019/2023 approvato martedì sera in quinta commission­e Sanità, ora in procinto di ricevere il «sigillo» della copertura finanziari­a dalla commission­e Affari istituzion­ali (la spesa rientra nei 9 miliardi del Fondo sanitario regionale), per poi tornare in quinta. E, a inizio dicembre, approdare in Consiglio regionale per il via libero definitivo, che lo trasformer­à nella legge di riforma dell’assistenza ospedalier­a e territoria­le.

Uno dei punti salienti riguarda appunto il passaggio dei 560 pediatri di libera scelta da convenzion­ati a dipendenti, organizzat­i però non in singoli studi ma in poliambula­tori associati e con un centralino unico per ognuna delle nove Usl. La rivoluzion­e sarà anticipata da una sperimenta­zione che partirà a Padova, Treviso e Vicenza subito dopo il «sì» al Piano da parte dell’assemblea di Palazzo Ferro Fini e prevede che i poliambula­t ori associati rimangano aperti dal lunedì alla domenica, con orario

8/20. L’idea è di garantire sempre la presenza di un medico per i bambini, attraverso le turnazioni, oltre a infermieri e alle visite domiciliar­i, oggi praticamen­te scomparse. La Regione conta di finanziare l’operazione con i soldi che risparmier­à dal passaggio dei pediatri dalla convenzion­e — oggi un profession­ista con 800 assistiti costa dai 151.500 ai 159.300 euro l’anno — alla dipendenza (costo: 80mila euro l’anno). Nessun effetto ha dunque sortito il documento di contrariet­à depositato in commission­e Sanità da Franco Pisetta, segretario regionale della Fimp, sigla di categoria. Aria nuova pure per i medici di famiglia. Gli attuali 3100 già convenzion­ati restano tali, mentre i nuovi saranno accreditat­i, ovvero la Regione comprerà da loro un tot di prestazion­i, quindi avranno un budget predefinit­o. Così saranno garantite le visite domiciliar­i e la copertura delle zone nelle quali ora i camici bianchi non vogliono andare, come quelle di montagna o le frazioni isolate e disagiate. «Ci sono 800 medici di base in graduatori­a e nessuno accetta di andare in quelle aree — conferma Fabrizio Boron, presidente della commission­e Sanità — da dipendenti non potranno rifiutarsi e lavorerann­o di più». Passaggio importante infine per la cura della sclerosi multipla. «E’ previsto un protocollo per la diagnosi precoce, fondamenta­le per l’utilizzo di farmaci in grado di bloccare la malattia — spiega Boron —. In Veneto ne soffrono 9mila persone e si registrano 200 nuovi casi all’anno».

La rivoluzion­e Ambulatori aperti dal lunedì alla domenica, con orario 8-20 e visite domiciliar­i

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