Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Anatomia patologica, il museo dell’ateneo si rinnova e riapre al pubblico

- Silvia Moranduzzo

Dopo otto anni di studi e un anno di chiusura, riapre il museo di Anatomia patologica dell’università. L’idea è del professor Gaetano Thiene, docente emerito di Anatomia patologica: «Nel 1972 sono diventato assistente ma non mi volevano. Mi hanno dato un tavolino e una sedia qui al museo. Per anni ho inviato lettere ai rettori chiedendo che venisse ristruttur­ato ma nessuno mi ha mai ascoltato. Finalmente abbiamo ridato dignità a una parte importante del sapere della nostra università». Curatori del progetto sono l’architetto Peter Paul Eberle, il conservato­re del museo Alberto Zanatta, i docenti di Storia della medicina Fabio Zampieri e Maurizio Rippa Bonati, quindi Thiene. Nel museo ci sono 1307 reperti che rappresent­ano patologie come tumori e infiammazi­oni, o casi di malformazi­oni di organi e disturbi circolator­i, corpi di gemelli con una testa sola o con due teste e un corpo unico. Ci sono poi cere anatomiche che rappresent­ano arti umani colpiti dal vaiolo: servivano agli studenti per capire quali erano le pustole da cui trarre il liquido necessario a creare il vaccino. Le teche sono ben illuminate e i reperti sono posti su mensole trasparent­i per rendere meno impression­ante la visione. La visita (gratuita) va prenotata allo 0498272288.

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