Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Petrolio sloveno per frodare il Fisco A Monselice la base di stoccaggio
Indagato il commercialista Rossato. Finanza insospettita dai prezzi bassi della benzina
I prezzi bassi vanno bene a tutti, soprattutto quando si tratta di benzina, ma quando sono troppo bassi allora qualcosa non va. Questo è il principio che ha spinto il Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Venezia a indagare sul traffico di benzina e denaro di cui ha parlato lunedì la trasmissione di Rai tre, Report, e che ha acceso i riflettori su operazioni sospette e depositi di benzina «stoccati» proprio a Monselice. Nell’inchiesta veneziana chiusa nel 2017 compaiono 31 persone, tra cui molti padovani, indagati per associazione a delinquere finalizzata ai reati tributari. Tra questi c’è il commercialista monselicense Loris Rossato, forzista, ex assessore alle attività produttive di Monselice, ex presidente del Cvs e ora consigliere del Consorzio Padova Sud. Trenta le società coinvolte nella frode, una buona parte di queste gravitanti nella Bassa Padovana, 127 milioni di ricavi non dichiarati, 23 milioni di Iva e 3 milioni di accise evase nel 2015.
La Finanza è giunta a Rossato per le operazioni sospette di alcune sue società con il socio Rino Bellan, titolare della società Energy Group, proprietaria di pompe di benzina, anch’esso indagato. Nelle carte dell’inchiesta la Finanza ricostruisce il flusso di benzina giunto dalla Slovenia depositato a Monselice e poi rivenduto truffando il Fisco. Lo sguardo è puntato sulla Sinhue Italia srl, di Rossato-bellan, costituita nel 2011. «Si tratta di una semplice società di intermediazione con un fatturato bassissimo e inattiva dal 2015» si discolpa Rossato. La Sinhue viene ceduta nel 2015 ma contemporaneamente si scopre che la società aveva acquistato ingenti quantitativi di carburante da un operatore di Lubjiana, in Slovenia, per depositarlo presso la Piva Imone Carburante di Monselice, e rivenderlo alla Energy Group di Bellan Rino e Andrea (padre e figlio). Avendo acquistato il carburante da un operatore comunitario e quindi senza applicazione dell’iva, l’imposta indicata nelle proprie fatture di vendita è diventata tutta Iva a debito, mai versata, per oltre 500mila euro.
«Non siamo di fronte a semplici indagini per evasione fiscale di ma di associazione a delinquere – commenta Francesco Miazzi, esponente dei movimenti ambientalisti della Bassa - Ritrovare queste persone nel cda del Padova sud, presentate come i risolutori della gestione truffaldina del Padova Tre, grida vendetta. Lo stesso vale per le consulenze pagate dal Comune di Monselice a Rossato».