Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Padovafiere, si fa avanti Bologna
Gestione dopo Geo, interesse del colosso emiliano. Ma occorre una soluzione-ponte
Dopo l’annuncio di PADOVA Andrea Olivi e Luca Griggio, titolari di Geo, c’è un problema urgente da risolvere per Padovafiere: dare continuità aziendale e garantire l’occupazione ai 31 dipendenti. Si lavora a una soluzione-ponte, con passaggio di contratti da Geo a Fiera Immobiliare. Tutto questo in attesa che entro il 3 dicembre qualcuno manifesti il proprio interesse a rilevare la gestione. Pare che Bologna, colosso del settore, si faccia avanti.
Nessuna sorpresa. PADOVA L’addio annunciato l’altro giorno da Luca Griggio e Andrea Olivi, decisi a mollare con la loro Geo spa la conduzione della Fiera di Padova il 31 dicembre prossimo, non sembra aver colto in contropiede i soci pubblici. Anzi. Comune, Camera di Commercio e Provincia, proprietari non solo degli immobili di via Tommaseo ma anche dei marchi delle rassegne, avrebbero infatti già pronto un piano B per dare continuità alla funzione espositiva del quartiere e mantenere in organico i 31 dipendenti del gruppo. In ballo ci sono appunto il futuro dei lavoratori e anche lo stesso svolgimento delle 28 manifestazioni già in calendario per il 2019, tra cui la Campionaria di maggio (che sarà l’occasione per celebrare il primo secolo di storia della Fiera della città del Santo). L’idea è quella di farsene carico in maniera diretta, in attesa dell’individuazione di un nuovo soggetto compratore. Dopo la definitiva uscita di scena dei francesi di Gl Events (con 17 anni d’anticipo rispetto al termine del contratto di privatizzazione firmato nel 2005), i soci pubblici, tramite Fiera Immobiliare spa, hanno appunto ripreso in mano i marchi della società espositiva. Si tratta di fare l’ultimo passo, e cioé rilevare da Geo le attività e i dipendenti, a quali verrebbe garantita l’assunzione a valere dal primo gennaio prossimo. Cosa può succedere dunque? Che si apra un tavolo con i gestori in uscita, con relativa offerta di acquisto. Offerta che comprenda, magari, una soluzione-ponte per il 2019: un contratto di «accompagnamento», sotto forma di consulenza, che di fatto lascerebbe a Griggio e Olivi la gestione corrente fino al nuovo soggetto assegnatario.
Sul piano dell’ufficialità, comanda il silenzio. Per il momento, il presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono, e quello della Provincia, Fabio Bui, si limitano a sottoscrivere le poche parole del sindaco Sergio Giordani in replica all’addio annunciato dai titolari di Geo: «Confermo la massima volontà del Comune, così come sono certo di tutti i soci pubblici, di affrontare con determinazione e tempestività ogni situazione che verrà a prodursi, garantendo la continuità dell’attività fieristica e assicurando i livelli occupazionali». Un virgolettato, quello del sindaco, condiviso in toto anche da Maurizio Pirazzini, segretario generale della Camera di Commercio nonché presidente di Fiera Immobiliare.
Comunque, se si parla di piano B è perché appare del tutto evidente che non si farà in tempo con il piano A, cioé l’affidamento a un nuovo soggetto. Il 3 dicembre prossimo scade l’avviso per le eventuali manifestazioni d’interesse a gestire il quartiere espositivo. A tal proposito, però, spunta una suggestiva indiscrezione, confermata da più parti. Tra le possibili compagini attirate dall’operazione, ci sarebbe soprattutto la Fiera di Bologna. Stiamo parlando di un gruppo a maggioranza pubblica (fatturato di 126 milioni di euro nel 2017), che è a capo non solo dell’area fieristica della città delle Due Torri, ma pure di quelle di Modena e Ferrara. Ma attenzione: il colosso emiliano è in rapporti e in affari proprio con Geo, da cui ha acquisito lo scorso anno il 53% di Giplanet, azienda di allestimenti fieristici. E circolava già un mese fa una lettera d’intenti, inviata proprio ai soci pubblici di Padova, con la quale in sostanza Bologna diceva: se confermate la gestione a Geo, noi ci impegniamo a rilevare quest’ultima. Cosa che evidentemente non sta avendo un seguito. Ma che conferma, quantomeno, l’intenzione di prendere in mano il dossier.