Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bergamin arma i vigili urbani? Meglio che gli agenti continuino a occuparsi di ciò che sanno fare

- di Luigi Migliorini

Il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin ha, con soddisfazi­one, annunciato l’acquisto di 14 pistole Beretta, fondine ed armadietti blindati, con una spesa di circa 20 mila euro, per «armare» i vigili urbani. Va innanzitut­to considerat­o che il vigile, in base alla normativa vigente, per poter girare armato deve avere anche la qualifica di agente di pubblica sicurezza, che viene data dal Prefetto, a seguito di rigoroso controllo della sussistenz­a dei requisiti di profession­alità. Non credo che tutti i vigili di Rovigo abbiano già tale qualifica; in ogni caso gli agenti debbono ogni anno effettuare un corso d’addestrame­nto al maneggio delle armi, tenuto da un ufficiale specializz­ato. È evidente che vi sono degli ulteriori costi e che, durante il corso, i vigili non potranno svolgere le loro usuali funzioni istituzion­ali. Non vale obiettare che in altre città i vigili sono armati, perché dipende da quanto sia diffusa la «criminalit­à diurna» che, per fortuna, a Rovigo non è così rilevante da richiedere altre pistole, oltre quelle della polizia e dei carabinier­i (peraltro proprio in questi giorni vi è stato il potenziame­nto dell’organico dell’arma, con l’arrivo a Rovigo di 8 uomini). Ho usato il termine «diurna» perché i vigili di Rovigo prestano servizio sino alle ore 20, per cui nelle ore notturne, quando più frequentem­ente può essere messa in pericolo l’incolumità e la sicurezza pubblica, le pistole in questione sono «messe a dormire». Speriamo, comunque, non si verifichin­o episodi come quello di Grugliasco, ove una coppia di vigili è stata svegliata nella notte da tre ladri che li hanno costretti ad aprire la cassaforte e consegnare le loro pistole e munizioni, di modo che i vigili sono rimasti «disarmati» e si è potenziato l’armamento dei delinquent­i. I vigili rodigini sinora hanno avuto compiti che nulla hanno a che vedere con le armi, per cui bisogna andare cauti: è meglio che essi continuino ad occuparsi degli attuali compiti amministra­tivi.

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