Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Intascò i soldi del lascito, il vescovo riabilita il parroco
«Don Lucio ha ottemperato a tutte le prescrizioni». Ex a Legnaro, ora è a Cinto Euganeo
«Piena riabilitazione» per don Lucio Sinigaglia. È l’ultima parola del vescovo Claudio Cipolla sulla vicenda del parroco di Legnaro che tre anni fa si appropriò di 291 mila euro, provenienti da un lascito testamentario. Monsignor Cipolla si era appena insediato nel luglio del 2015 quando scoppiò la bufera giudiziaria e mediatica su don Lucio. La parrocchia di Legnaro aveva ricevuto 13 milioni di euro in eredità, dopo la morte del farmacista Franco Focherini, con l’esplicita richiesta di utilizzarli per i poveri. Il lascito era stato dato in custodia al parroco di Legnaro, don Lucio appunto, che però preferì utilizzarlo in altri modi. «È stato accertato – ha detto monsignor Cipolla durante un incontro alla parrocchia di Legnaro – che della liquidità contestata (complessivamente 291.666,07 euro che sono stati prelevati dagli interessi maturati), la maggior parte, per un importo di 232 mila euro, è stata gestita per finalità riconducibili alla parrocchia, come comprovato da documentazione e risulta essere un debito della parrocchia verso la costituenda Fondazione Focherini. Il rimanente denaro prelevato, per un importo di 59.666,07 euro, è stato così utilizzato: 27 mila euro per spese personali che don Lucio ha già provveduto a restituire e 13 mila dati al vicario parrocchiale del tempo per l’acquisto di una nuova automobile (una Renault Clio), anche questi rimborsati. Infine, i rimanenti 19.666,07 euro sono stati utilizzati a sostegno di situazioni di estremo bisogno».
Don Lucio, accusato di appropriazione indebita pluriaggravata e continuata, già nel 2016 aveva patteggiato la pena di un anno e nove mesi con la sospensione condizionale. «Don Lucio ha ottemperato a tutte le prescrizioni canoniche e civili – ha concluso il vescovo – e non risultano ulteriori limitazioni all’esercizio del ministero pastorale, pertanto sono contento come vescovo, a nome della comunità diocesana, di potergli accreditare nuova fiducia e stima». Ora è stato nominato parroco di Cinto Euganeo. Chissà se i suoi nuovi parrocchiani nutriranno in lui la stessa fiducia del vescovo Cipolla.