Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Maxi-debito piscine: Bergamin sta pensando alle dimissioni
Entro oggi l’ok all’accordo con Unipol Banca altrimenti parola al Tribunale
Giornata decisiva per ROVIGO Massimo Bergamin, appeso alla soluzione sempre più difficile del rebus-polo natatorio di viale Porta Po, con 6,4 milioni di euro pretesi da Unipol Banca tramite un’ingiunzione. Un tornante strettissimo, al punto che il sindaco starebbe valutando le dimissioni tecniche, come fece il predecessore Bruno Piva, per avere 20 giorni per tentare di riequilibrare una maggioranza sempre più risicata (in origine 20 consiglieri su 32 più Bergamin stesso), con 4 fuoriusciti tra gli indipendenti (Alberto Borella, Simone Dolcetto, Daniela Goldoni, Matteo Zanotto) e i 3 di «Obiettivo Rovigo» (Or) che, guidati da Paolo Avezzù e con un piede fuori proprio per la vicenda-piscine, hanno il potere di staccare la spina.
I tempi tecnici, però, sono ancor più stretti: a fine mese scadono i termini per dare seguito alla trattativa con Unipol, altrimenti la soluzione sarà per via giudiziaria. Opzione su cui il sindaco si è già attivato, affidando all’avvocato civico Ferruccio Lembo mandato di opporsi al decreto ingiuntivo. A Lembo, nel caso l’azione effettivamente partisse, verrebbero affiancati consulenti tecnici, con una spesa ipotizzata di 29.000 euro.
Ieri si sarebbe dovuto sciogliere in giunta il nodo sul perseguimento dell’intesa con Unipol che, a inizio ottobre, ha fatto notificare a Palazzo Nodari l’ingiunzione: 6,4 milioni di euro richiesti dopo il fallimento di «Veneto Nuoto» (gestore delle piscine e promotore del «project financing», progetto di finanza), in forza della convenzione siglata a giugno 2006 che prevede il subentro del Comune alle obbligazioni del privato, in caso di inadempienza di quest’ultimo nei mutui contratti con la banca finanziatrice.
All’epoca della firma della convenzione, sindaco era Avezzù, attuale presidente del consiglio comunale e leader di «Or», la formazione di area forzista che guida la fronda interna contro la decisione di Bergamin di ritirare, per approfondimenti, l’atto di indirizzo per il concordato. Atto che dovrà
Mercato, è duello Martedì coincide col Natale, novità contestate dagli ambulanti
essere approvato oggi, se si vorrà definire entro il mese (termine tassativo) la questione con Unipol, altrimenti destinata a chiudersi in sede giudiziaria, dove pende anche l’appello sul Lodo Baldetti, che ha comportato altri 1,4 milioni di euro di debito per Palazzo Nodari, definiti in conciliazione per la ritardata consegna ai privati dei terreni delle vecchie piscine di Porta Adige, dove oggi c’è un supermercato. L’atto di indirizzo dovrebbe aggiungere 1,1 milioni di avanzo libero del 2017 ai circa 5,5 complessivamente stanziati nel «Fondo rischi e contenziosi».
L’opposizione aspetta al varco il sindaco, pronta a ricordare come Bergamin abbia, dopo l’insediamento, rifiutato di dare seguito all’ipotesi di soluzione del contenzioso definita dal commissario prefettizio Claudio Ventrice, con 3,6 milioni di euro.
A questo grande nodo, si affiancano problemi di quotidianità amministrativa, come lo spostamento del mercato del martedì, in coincidenza con la giornata di Natale. L’assessore Luigi Paulon propone il rinvio al 30 dicembre con trasloco sulle vie Grimani e Sacro Cuore, per evitare sovrapposizioni coi mercatini di Natale. Ma l’opzione non pare gradita agli ambulanti.