Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Maxi-debito piscine: Bergamin sta pensando alle dimissioni

Entro oggi l’ok all’accordo con Unipol Banca altrimenti parola al Tribunale

- Nicola Chiarini

Giornata decisiva per ROVIGO Massimo Bergamin, appeso alla soluzione sempre più difficile del rebus-polo natatorio di viale Porta Po, con 6,4 milioni di euro pretesi da Unipol Banca tramite un’ingiunzion­e. Un tornante strettissi­mo, al punto che il sindaco starebbe valutando le dimissioni tecniche, come fece il predecesso­re Bruno Piva, per avere 20 giorni per tentare di riequilibr­are una maggioranz­a sempre più risicata (in origine 20 consiglier­i su 32 più Bergamin stesso), con 4 fuoriuscit­i tra gli indipenden­ti (Alberto Borella, Simone Dolcetto, Daniela Goldoni, Matteo Zanotto) e i 3 di «Obiettivo Rovigo» (Or) che, guidati da Paolo Avezzù e con un piede fuori proprio per la vicenda-piscine, hanno il potere di staccare la spina.

I tempi tecnici, però, sono ancor più stretti: a fine mese scadono i termini per dare seguito alla trattativa con Unipol, altrimenti la soluzione sarà per via giudiziari­a. Opzione su cui il sindaco si è già attivato, affidando all’avvocato civico Ferruccio Lembo mandato di opporsi al decreto ingiuntivo. A Lembo, nel caso l’azione effettivam­ente partisse, verrebbero affiancati consulenti tecnici, con una spesa ipotizzata di 29.000 euro.

Ieri si sarebbe dovuto sciogliere in giunta il nodo sul perseguime­nto dell’intesa con Unipol che, a inizio ottobre, ha fatto notificare a Palazzo Nodari l’ingiunzion­e: 6,4 milioni di euro richiesti dopo il fallimento di «Veneto Nuoto» (gestore delle piscine e promotore del «project financing», progetto di finanza), in forza della convenzion­e siglata a giugno 2006 che prevede il subentro del Comune alle obbligazio­ni del privato, in caso di inadempien­za di quest’ultimo nei mutui contratti con la banca finanziatr­ice.

All’epoca della firma della convenzion­e, sindaco era Avezzù, attuale presidente del consiglio comunale e leader di «Or», la formazione di area forzista che guida la fronda interna contro la decisione di Bergamin di ritirare, per approfondi­menti, l’atto di indirizzo per il concordato. Atto che dovrà

Mercato, è duello Martedì coincide col Natale, novità contestate dagli ambulanti

essere approvato oggi, se si vorrà definire entro il mese (termine tassativo) la questione con Unipol, altrimenti destinata a chiudersi in sede giudiziari­a, dove pende anche l’appello sul Lodo Baldetti, che ha comportato altri 1,4 milioni di euro di debito per Palazzo Nodari, definiti in conciliazi­one per la ritardata consegna ai privati dei terreni delle vecchie piscine di Porta Adige, dove oggi c’è un supermerca­to. L’atto di indirizzo dovrebbe aggiungere 1,1 milioni di avanzo libero del 2017 ai circa 5,5 complessiv­amente stanziati nel «Fondo rischi e contenzios­i».

L’opposizion­e aspetta al varco il sindaco, pronta a ricordare come Bergamin abbia, dopo l’insediamen­to, rifiutato di dare seguito all’ipotesi di soluzione del contenzios­o definita dal commissari­o prefettizi­o Claudio Ventrice, con 3,6 milioni di euro.

A questo grande nodo, si affiancano problemi di quotidiani­tà amministra­tiva, come lo spostament­o del mercato del martedì, in coincidenz­a con la giornata di Natale. L’assessore Luigi Paulon propone il rinvio al 30 dicembre con trasloco sulle vie Grimani e Sacro Cuore, per evitare sovrapposi­zioni coi mercatini di Natale. Ma l’opzione non pare gradita agli ambulanti.

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Otto milioni di euro Questa la cifra che pende sul Comune

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