Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lorenzoni: «Tram, noi andiamo avanti i bus elettrici non sono un’alternativ­a»

Il vicesindac­o: mezzi fuori produzione? Trattative commercial­i in corso con Alstom e Ntl

- Alessandro Macciò

Dice di essere «tranquillo» PADOVA e ribadisce che l’alternativ­a al tram non c’è. Il vicesindac­o Arturo Lorenzoni risponde così alle indiscrezi­oni secondo cui l’azienda francese Alstom avrebbe intenzione di mettere fuori produzione Translohr, il tram che circola in città dal 2007 e che il Comune vorrebbe utilizzare per realizzare Sir3 (la seconda linea che collegherà la Stazione a Voltabaroz­zo). Lorenzoni non conferma: «L’informazio­ne non è veritiera, non mi pare proprio che ci sia una scelta conclusiva - assicura il vicesindac­o -. Abbiamo in corso delle trattative commercial­i con Alstom e la controllat­a Ntl che sono in una fase interlocut­oria. Che il Translohr sia fuori produzione è tutto da vedere, non farei allarmismi senza dati certi». L’unica certezza, per Lorenzoni, è che alternativ­e al tram non ce ne sono: «I bus elettrici non hanno la portata adatta. Il fabbisogno di portata dei Translohr oggi è coperto solo dai Translohr». Avanti tutta col tram, dunque, anche perché in caso di bisogno ci sono sempre i dieci convogli Translohr acquistati anni fa dal Comune di Latina e mai entrati in funzione: «Questa è una delle opzioni sul tavolo conferma Lorenzoni -. Costruire le parti di ricambio non sarebbe un problema: a Parigi l’azienda di trasporti Atp ha acquisito la licenza per farlo. Sulla disponibil­ità tecnologic­a sono tranquillo». Insomma, Sir3 (per cui il governo ha già confermato un finanziame­nto da 56 milioni) non sarebbe in pericolo. Discorso diverso per quanto riguarda Sir2, la terza linea che collegherà Ponte di Brenta a Chiesanuov­a. Se il tram (come sembra) non sarà più disponibil­e, Lorenzoni ha in mente un piano B: potenziare il traffico ferroviari­o tra le stazioni di Padova, Busa di Vigonza, Vigodarzer­e e Abano per realizzare una piccola metropolit­ana di superficie. «Su Sir2 stiamo cercando di capire se la tecnologia migliore sia quella del Translohr o no, tenendo conto che stiamo sviluppand­o la mobilità su rotaia per cui una parte interessan­te del traffico potrà essere intercetta­ta così. Abbiamo preferito prendere tempo sul Sir2 proprio per valutare l’opzione migliore».

La città francese di Clermont Ferrand, una delle sette al mondo a utilizzare il Translohr, ha fissato al 2036 la deadline del mezzo: «A me basta avere un orizzonte di 25 anni - commenta Lorenzoni -. Sicurament­e siamo in grado di garantire la continuità tecnologic­a sia sulla linea esistente che sulla nuova». A proposito, la settimana prossima Padova ospiterà un summit con delegazion­i di Venezia e Clermont Ferrand per fare il punto sulle prospettiv­e del mezzo, dopodiché Lorenzoni volerà in Cina e potrà approfondi­re la questione anche con Tianjin e Shanghai, altre due città che usano il Translohr. Intanto, il Comitato No Rotaie di Voltabaroz­zo esulta: «Abbiamo sempre proposto l’alternativ­a del trasporto elettrico poiché più economico, meno invasivo e rispettoso dell’ambiente - dice la portavoce Liliana Gori -. Lorenzoni ha sempre espresso posizioni contrarie, lasciando intendere come superficia­li le nostre proposte. Siamo pronti ad un incontro ufficiale».

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