Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Lorenzoni: «Tram, noi andiamo avanti i bus elettrici non sono un’alternativa»
Il vicesindaco: mezzi fuori produzione? Trattative commerciali in corso con Alstom e Ntl
Dice di essere «tranquillo» PADOVA e ribadisce che l’alternativa al tram non c’è. Il vicesindaco Arturo Lorenzoni risponde così alle indiscrezioni secondo cui l’azienda francese Alstom avrebbe intenzione di mettere fuori produzione Translohr, il tram che circola in città dal 2007 e che il Comune vorrebbe utilizzare per realizzare Sir3 (la seconda linea che collegherà la Stazione a Voltabarozzo). Lorenzoni non conferma: «L’informazione non è veritiera, non mi pare proprio che ci sia una scelta conclusiva - assicura il vicesindaco -. Abbiamo in corso delle trattative commerciali con Alstom e la controllata Ntl che sono in una fase interlocutoria. Che il Translohr sia fuori produzione è tutto da vedere, non farei allarmismi senza dati certi». L’unica certezza, per Lorenzoni, è che alternative al tram non ce ne sono: «I bus elettrici non hanno la portata adatta. Il fabbisogno di portata dei Translohr oggi è coperto solo dai Translohr». Avanti tutta col tram, dunque, anche perché in caso di bisogno ci sono sempre i dieci convogli Translohr acquistati anni fa dal Comune di Latina e mai entrati in funzione: «Questa è una delle opzioni sul tavolo conferma Lorenzoni -. Costruire le parti di ricambio non sarebbe un problema: a Parigi l’azienda di trasporti Atp ha acquisito la licenza per farlo. Sulla disponibilità tecnologica sono tranquillo». Insomma, Sir3 (per cui il governo ha già confermato un finanziamento da 56 milioni) non sarebbe in pericolo. Discorso diverso per quanto riguarda Sir2, la terza linea che collegherà Ponte di Brenta a Chiesanuova. Se il tram (come sembra) non sarà più disponibile, Lorenzoni ha in mente un piano B: potenziare il traffico ferroviario tra le stazioni di Padova, Busa di Vigonza, Vigodarzere e Abano per realizzare una piccola metropolitana di superficie. «Su Sir2 stiamo cercando di capire se la tecnologia migliore sia quella del Translohr o no, tenendo conto che stiamo sviluppando la mobilità su rotaia per cui una parte interessante del traffico potrà essere intercettata così. Abbiamo preferito prendere tempo sul Sir2 proprio per valutare l’opzione migliore».
La città francese di Clermont Ferrand, una delle sette al mondo a utilizzare il Translohr, ha fissato al 2036 la deadline del mezzo: «A me basta avere un orizzonte di 25 anni - commenta Lorenzoni -. Sicuramente siamo in grado di garantire la continuità tecnologica sia sulla linea esistente che sulla nuova». A proposito, la settimana prossima Padova ospiterà un summit con delegazioni di Venezia e Clermont Ferrand per fare il punto sulle prospettive del mezzo, dopodiché Lorenzoni volerà in Cina e potrà approfondire la questione anche con Tianjin e Shanghai, altre due città che usano il Translohr. Intanto, il Comitato No Rotaie di Voltabarozzo esulta: «Abbiamo sempre proposto l’alternativa del trasporto elettrico poiché più economico, meno invasivo e rispettoso dell’ambiente - dice la portavoce Liliana Gori -. Lorenzoni ha sempre espresso posizioni contrarie, lasciando intendere come superficiali le nostre proposte. Siamo pronti ad un incontro ufficiale».