Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Medici in sciopero: «Siamo pochi, ci rimette il paziente»
Giornata di disagi per denunciare una situazione di emergenza cronica. Ha raggiunto un’adesione del 70-80% (esclusi i contingenti minimi precettati per le urgenze) lo sciopero della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria andato in scena ieri in Veneto: in centinaia hanno incrociato le braccia facendo saltare visite e prelievi. Oltre a chiedere il rinnovo del contratto, ricordano che 350mila veneti rinunciano alle cure ed evidenziano il problema del turnover: «L’età del personale aumenta e noi siamo sempre più stanchi» dice Massimiliano Dalsasso del sindacato Aaroi-emac, che ha manifestato davanti all’azienda Zero di Padova. «In certi ospedali manca il 30% degli anestesisti, eppure bisogna garantire la presenza continuativa in terapia intensiva e in sala operatoria. Molti specialisti si licenziano preferendo passare alle cliniche private perché non riescono più a conciliare lavoro e famiglia, mentre molti interventi urgenti vengono posticipati». Pierangelo Rovere, segretario di Cgil Medici Veneto, punta il dito contro la Regione che «continua a costruire ospedali ma poi manca il personale: molte sale operatorie sono inutilizzate e le nuove strutture sono vuote. Però intanto il nastro viene tagliato...». Intanto le liste di attesa si allungano e si lavora in fretta: «La visita dovrebbe durare mediamente un quarto d’ora, ma se sommi le urgenze e le consulenze perché devi svolgere più ruoli, alla fine rischi di vedere il paziente in sette minuti» ammette un medico.