Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fiera, i soci pubblici vogliono la perizia E per la gestione non c’è bisogno di gara
Messaggio a Geo: senza «una valutazione oggettiva e rigorosa» niente accordo al tavolo per il passaggio delle attività. E c’è un parere legale che supera gli annunci dell’agosto scorso
Le valutazioni saranno «oggettive» e le stime saranno «rigorose». In altre parole, è arrivato il momento di vederci chiaro. È questo il messaggio che traspare dalla nota congiunta di Comune, Camera di commercio e Provincia, i tre soci pubblici di Fiera Immobiliare spa (col 47,93% a testa i primi due e col 4,14% la terza) che si stanno preparando rilevare le attività della Fiera dopo l’addio di Geo spa, la società privata guidata da Andrea Olivi e Luca Griggio che gestisce i padiglioni del quartiere fieristico dal 2016 e che riconsegnerà le chiavi degli immobili il prossimo 12 gennaio. Come già annunciato nei giorni scorsi, i tre soci ribadiscono che la gestione della Fiera potrebbe finire nelle mani di una Newco pubblica. La novità è un’altra e riguarda il valore da stimare per acquisire gli asset di Geo, stimato da Olivi e Griggio in circa 2,5 milioni: dopo il primo incontro tra le parti di mercoledì scorso, infatti, i soci pubblici escono allo scoperto, lasciando intendere che senza una perizia non ci sarà nessun accordo. «Parlando di un bene pubblico si legge nella nota - avremo cura di svolgere tutti i passaggi in un quadro di trasparenza, correttezza amministrativa e oculatezza nel dispendio di risorse pubbliche, che dovrà seguire rigorose stime e oggettive valutazioni». Insomma, Fiera Immobiliare chiede una due diligence (o meglio, una perizia del tribunale) per eseguire un’analisi approfondita su tutte le attività e le passività di Geo, che consentirebbe di certificare i conti della società ed escludere brutte sorprese come la possibile presenza di debiti nascosti. Dietro alla mossa di Fiera Immobiliare ci sarebbero una certa diffidenza verso Geo ma anche le pressioni che gli enti stanno inevitabilmente affrontando: ci sono 31 dipendenti da salvare e gli organizzatori dei principali eventi in calendario chiedono rassicurazioni sul futuro di via Tommaseo.
A tal proposito, i tre soci pubblici definiscono la Fiera «un patrimonio irrinunciabile» e specificano che il loro compito «non è solo conservare l’esistente, ma rilanciare questa potenzialità nel futuro per arricchirla e renderla sempre più competitiva». Per questo Fiera Immobiliare è pronta a compiere «scelte coraggiose, lungimiranti e soprattutto non condizionate da fattori contingenti, ma orientate a immaginare il futuro di questo asset strategico nel medio periodo, evitando logiche di mera sopravvivenza». Come a dire che i tre soci pubblici non hanno intenzione di fare le cose in fretta, rischiando poi di ritrovarsi col cerino in mano. La considerazione sembra legata alla procedura per la scelta del nuovo gestore: lo scorso agosto infatti la Fiera aveva annunciato che sarebbe stato necessario un bando di gara, e in seguito ha pubblicato un avviso per raccogliere eventuali manifestazioni d’interesse che scadrà il prossimo 4 dicembre. Nel frattempo però la Fiera ha acquisito un parere legale che sancisce la natura commerciale delle sue attività, per cui il bando non sarebbe obbligatorio. Ecco quindi che i soci pubblici possono ragionare sul futuro con calma, rilanciando la Fiera «anche grazie a nuove manifestazioni incentrate sull’innovazione nell’ambito di un ecosistema che punta a far diventare Padova un area attrattiva per il mondo delle start up e delle imprese innovative».