Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Polo natatorio, via libera in giunta al concordato

Debito con Unipol: giovedì parola al Consiglio

- Nicola Chiarini

Arriva, dopo non pochi rinvii, l’ok della giunta all’atto di indirizzo per l’elaborazio­ne dell’ipotesi di concordato con Unipol Banca che, tramite ingiunzion­e, ha chiesto 6,4 milioni di euro per sanare la questione Polo natatorio.

«Non sono stati disaccordi politici, ma l’esigenza di chiariment­i tecnici rivolta al ministero dell’economia e finanze (Mef) a far slittare l’approvazio­ne», sostiene il sindaco Massimo Bergamin che, ora, si appella al consiglio comunale, convocato per giovedì 29 novembre e in eventuale seconda convocazio­ne venerdì 30, per il via libera definitivo al conferimen­to di 1.136.421 euro di avanzo libero del 2017 al fondo rischi e contenzios­i che ora ammonta a circa 5,5 milioni complessiv­i. «L’aula è sovrana – rilancia Bergamin – gli uffici stanno predispone­ndo gli atti necessari che saranno a disposizio­ne di tutti, una volta pronti».

Certo, il limite tassativo per approvare l’atto è il 30 novembre e, se ci fossero intoppi in aula, il nodo potrebbe farsi ancora più intricato. In parallelo è stato dato mandato all’avvocato civico Ferruccio Lembo di opporsi al decreto ingiuntivo, con il supporto del consulente esterno Mauro Pizzigati, avvocato e docente di Diritto fallimenta­re all’università di Venezia. «A loro spetterà la conduzione del rapporto che, oltre alla banca, coinvolge i curatori fallimenta­ri di Veneto Nuoto».

Ed è proprio la convenzion­e con quest’ultimo soggetto ad aver prodotto il contenzios­o. L’atto, siglato nel giugno 2006 negli ultimi giorni da sindaco di Paolo Avezzù (oggi presidente del consiglio comunale) prevede il subentro del Comune alle obbligazio­ni del privato (esecutore del progetto di finanza per la costruzion­e dell’impianto e assegnatar­io della gestione per 25 anni), in caso di inadempien­za di quest’ultimo sui mutui contratti con la banca finanziatr­ice.

In parallelo, in sede giudiziari­a, pende pure l’appello sul Lodo Baldetti, che ha comportato altri 1,4 milioni di debito per Palazzo Nodari, definiti in conciliazi­one per la ritardata consegna ai privati dei terreni delle vecchie piscine di Porta Adige.

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