Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Polo natatorio, via libera in giunta al concordato
Debito con Unipol: giovedì parola al Consiglio
Arriva, dopo non pochi rinvii, l’ok della giunta all’atto di indirizzo per l’elaborazione dell’ipotesi di concordato con Unipol Banca che, tramite ingiunzione, ha chiesto 6,4 milioni di euro per sanare la questione Polo natatorio.
«Non sono stati disaccordi politici, ma l’esigenza di chiarimenti tecnici rivolta al ministero dell’economia e finanze (Mef) a far slittare l’approvazione», sostiene il sindaco Massimo Bergamin che, ora, si appella al consiglio comunale, convocato per giovedì 29 novembre e in eventuale seconda convocazione venerdì 30, per il via libera definitivo al conferimento di 1.136.421 euro di avanzo libero del 2017 al fondo rischi e contenziosi che ora ammonta a circa 5,5 milioni complessivi. «L’aula è sovrana – rilancia Bergamin – gli uffici stanno predisponendo gli atti necessari che saranno a disposizione di tutti, una volta pronti».
Certo, il limite tassativo per approvare l’atto è il 30 novembre e, se ci fossero intoppi in aula, il nodo potrebbe farsi ancora più intricato. In parallelo è stato dato mandato all’avvocato civico Ferruccio Lembo di opporsi al decreto ingiuntivo, con il supporto del consulente esterno Mauro Pizzigati, avvocato e docente di Diritto fallimentare all’università di Venezia. «A loro spetterà la conduzione del rapporto che, oltre alla banca, coinvolge i curatori fallimentari di Veneto Nuoto».
Ed è proprio la convenzione con quest’ultimo soggetto ad aver prodotto il contenzioso. L’atto, siglato nel giugno 2006 negli ultimi giorni da sindaco di Paolo Avezzù (oggi presidente del consiglio comunale) prevede il subentro del Comune alle obbligazioni del privato (esecutore del progetto di finanza per la costruzione dell’impianto e assegnatario della gestione per 25 anni), in caso di inadempienza di quest’ultimo sui mutui contratti con la banca finanziatrice.
In parallelo, in sede giudiziaria, pende pure l’appello sul Lodo Baldetti, che ha comportato altri 1,4 milioni di debito per Palazzo Nodari, definiti in conciliazione per la ritardata consegna ai privati dei terreni delle vecchie piscine di Porta Adige.