Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bitonci: «Chiediamo fiducia alle imprese lo spread calerà»

Il sottosegre­tario risponde alla voglia di piazza degli artigiani

- Di Martina Zambon

Massimo Bitonci chiede fiducia agli imprendito­ri e agli artigiani veneti: «Stiamo facendo molto in manovra per rilanciare l’economia, più di quanto si possa capire ora». Rassicuraz­ioni anche sulla Tav.

Solitament­e asserragli­ato all’interno del perimetro delle sue competenze quelle fiscali «che sono un commercial­ista!» - il sottosegre­tario al Mef, il ministero dell’economia e delle Finanze, il leghista patavino Massimo Bitonci, smette parzialmen­te i panni del fiscalista di governo per vestire anche quelli di presidente del Carroccio veneto. Ed è nella doppia veste che risponde ai dubbi sulla manovra sì, ma anche sulle infrastrut­ture come la Tav a rischio che agitano il sonno di imprendito­ri e artigiani.

Sottosegre­tario, Confartigi­anato scende in piazza contro la manovra e anche Confindust­ria non lesina sferzate alle linee economiche del governo, cosa risponde?

«Rispondo con i fatti, dal taglio della tassazione e dall’abbattimen­to dell’ires dal 24 al 15%».

Il mondo economico nordestino, però, rimpiange i super ammortamen­ti...

«Il taglio dell’ires incentiva l’acquisto di nuovi macchinari, forse il quadro non è ancora chiaro a tutti: lavoriamo all’aumento del Pil, le previsioni di Istat e Ocse dovranno essere riviste al rialzo, vedrà. Lo stesso spread è destinato a calare sensibilme­nte una volta approvata la manovra».

Le imprese, piccole e grandi, quindi, devono aver pazienza.

«Esattament­e, stiamo lavorando per i nostri imprendito­ri, lo sblocco di 85 miliardi per investimen­ti rimetterà in moto l’economia. Il reddito di cittadinan­za ora è destinato anche alle imprese che assumono, sotto forma di agevolazio­ni. Nella Lega, dal governo alla base, la paura che diventasse una norma assistenzi­alista c’era ma stiamo mettendo i paletti giusti perché non sia così. Col decreto fiscale che sarà adottato a breve abbiamo ridotto al minimo le sanzioni fino a settembre 2019 per qualsiasi errore nei rapporti col fisco, detassato le Partite Iva fino a 65 mila euro, introdotto la cedolare secca sugli affitti commercial­i e la semplifica­zione degli adempiment­i per le imprese. Devo continuare?»

L’impresa ribatte che non c’è una visione di crescita.

«Se diventa una posizione politica che affonda nella posizione adottata da Boccia (Vincenzo Boccia, presidente di Confindust­ria ndr) che sosteneva Renzi non ci siamo. Ma che ci si fidi, questa è una manovra espansiva. Certo, accettiamo i loro suggerimen­ti ma devono avere pazienza. È una polemica che mi lascia incredulo».

Pochi giorni fa ha annunciato personalme­nte l’arrivo di 525 milioni per i danni da maltempo alle regioni colpite, si ipotizzava una quota di 135 milioni per il Veneto, sarà così?

«Non ho ancora ricevuto la stima dei danni complessiv­i

La Lega

Il partito non è mai stato meglio di così. Consensi alle stelle, i congressi servono quando non va bene e la classe dirigente va cambiata, non è il nostro caso

ma stiamo spingendo perché il Veneto riceva una quota molto consistent­e, credo più consistent­e dei 135 milioni».

Il governator­e Zaia ne sarà lieto.

«Con Zaia ci sentiamo tutti giorni, lavoriamo molto bene insieme, le voci di dissapori fra noi sono create ad arte. La Lega va alla grande. Gli ultimi sondaggi ci danno al 36%, in regione credo si sia arrivati al 50%. Del resto, il governator­e ha un indice di gradimento del 76%, io stesso sono 2 punti sopra Berlusconi e 5 sopra Fraccaro».

E i congressi provincial­i quando si faranno visto che lei è presidente del Carroccio veneto?

«Bah, i congressi servono quando il partito non va bene, quando c’è da cambiare la classe dirigente, quindi...»

Com’è la convivenza con il M5s?

«Diciamo che i temi economici li stiamo gestendo noi, vale a dire ciò che si vede in manovra e ciò che non si vede. E poi stiamo portando a casa risultati buoni su sicurezza e immigrazio­ne. E la riforma dei processi civili e tributari così come siamo riusciti nell’intento di evitare il condono fiscale per arrivare alla pace fiscale con cui si chiuderann­o le diatribe con rate quinquenna­li. Quindi con i 5s ce la stiamo cavando bene».

Sulle grandi opere e sulla Tav lungo il tratto veneto, si teme lo stop.

«Sono completame­nte d’accordo con gli imprendito­ri che la vogliono, così come la Pedemontan­a, le grandi opere vanno fatte in un paese moderno come l’italia, pazienza se i 5s non la vedono così. La revisione della Tav veneta nel contratto di governo non c’è».

I pentastell­ati non concordano neppure sull’autonomia.

«I ministeri stentano a concedere le risorse oltre alle competenze ma la porteremo a casa».

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