Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tognana: «Visti i tempi è ragionevole tornare in piazza»
Gli industriali sono scesi in piazza tre volte in 20 anni. A guidarli negli anni ‘90 fu Nicola Tognana che dice: «Ragionevole far sentire la propria voce, come gli artigiani con la manifestazione di Milano il 13 dicembre».
«La manifestazione di piazza è una formula di protesta che appartiene ad altre epoche», aveva detto poco più di due mesi fa Nicola Tognana, presidente di Unindustria Treviso fino al 2000 il quale, sul finire del secolo scorso, guidò una protesta sotto le finestre di palazzo Chigi agitando le chiavi delle aziende degli associati «vessati dal fisco». «Però mi sembra assolutamente ragionevole – riflette oggi – far sentire la propria voce, come gli artigiani con la manifestazione di Milano il prossimo 13 dicembre. Non saprei in alternativa cos’altro suggerire». Soprattutto perché il contesto di oggi è più confuso di allora. «Recarsi nei palazzi del Governo negli anni Novanta, voleva dire avere un interlocutore al quale rivolgersi. Anche volendo dialogare, oggi, con chi è mai possibile parlare?» Per Tognana, dunque, anche vi fosse la disponibilità del Presidente del Consiglio dei Ministri a confrontarsi con portatori di interesse di categorie economiche, non ci sarebbe alcuna possibilità da parte sua di assicurare con una certa credibilità anche il solo impegno a spendersi in una direzione piuttosto che in un’altra. «Giuseppe Conte è legato agli altri due, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che viaggiano su binari divergenti, se non proprio opposti. O c’è qualcuno a livello politico in grado di far comprendere con chiarezza la necessità di un cambio di passo oppure non saprei cos’altro fare se non provare ad alzare la voce». E lo scenario è sempre più complesso. «Stiamo affondando il Paese ed il punto verso il quale sta andando non sarà certo recuperabile in tempi brevi. Lo dico nonostante io sia sempre stato per natura un ottimista. Molto francamente – aggiunge Tognana – faccio fatica a vedere una soluzione in una partita tanto difficile». Se Tognana arrivò a occupare gli uffici provinciali dell’iva di Treviso, pure un suo successore alla scrivania più alta di Unindustria, Andrea Tomat, partecipò convintamente ad una protesta di piazza. Era l’ottobre del 2006 ed a Palazzo Chigi c’era Romano Prodi. Nel cuore della città giunsero insieme industriali, artigiani, commercianti e professionisti con cartelli e striscioni. Il bersaglio era un po’ lo stesso, fisco e burocrazia, e Tomat scelse di aderire nonostante i pareri diversi in seno a Confindustria. «Il Paese è sfinito, nervoso ed incredulo – dice oggi – di fronte a tanta mancanza di attenzione. Spero che gli imprenditori riescano a far sentire la loro voce, la fase economica che affrontiamo è impegnativa ed è giusto richiamare l’attenzione di chi governa perché le misure che stanno assumendo vanno nella direzione opposta a quelle necessarie». Preferisce rimanere esterno al dibattito, invece, Alessandro Vardanega, altro leader degli industriali trevigiani regista dell’ultima manifestazione degli industriali – curiosamente tutte innescate nella Marca roccaforte leghista - in ordine di tempo. Era il maggio del 2011, a Palazzo Chigi sedeva Silvio Berlusconi (il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, presenziò all’assemblea di Unindustria che precedette l’evento) e, in quella circostanza, a dare man forte ai trevigiani giunse la presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia. Alla sfilata da Monigo a Piazza dei Signori parteciparono in tremila.