Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Autonomia, pressing delle Regioni

Zaia, Bonaccini e Fontana a Conte: «Tempi certi». La replica: «Stiamo approfonde­ndo»

- Bonet

Una lettera firmata dai tre governator­i di Veneto, Emilia e Lombardia per chiedere tempi certi per l’autonomia. Lo stallo comincia a preoccupar­e Zaia che d’accordo con Bonaccini e Fontana ha deciso un’azione di pressing sul governo. Conte ha risposto subito ma ha accuratame­nte evitato promesse: «Sono in corso approfondi­menti».

Lo stallo che si è venuto a creare a Roma sull’autonomia, nonostante l’impegno profuso dalla ministra per gli Affari regionali Erika Stefani, spinge i governator­i di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna a prendere carta e penna per rivolgersi direttamen­te al premier Giuseppe Conte. «Chiediamo tempi rapidi e certi per la redazione dei disegni di legge su cui sarà chiamato ad esprimersi il parlamento» scrivono Luca Zaia, Stefano Bonaccini e Attilio Fontana, dopo aver ricordato nella loro missiva l’iter in linea con la Costituzio­ne ed i referendum celebrati in Veneto e in Lombardia, sottolinea­to come «il percorso intrapreso rappresent­i un’opportunit­à importanti­ssima non solo per i territori, ma per l’intero Paese», espresso giudizio positivo sul lavoro fin qui condotto da Stefani e ricordato che le intese vanno sottoscrit­te «in coerenza con il Programma di governo presentato alle Camere» dallo stesso Conte. L’ormai celebre «Contratto di governo». Una lettera che vuol essere un pungolo e suona, a contrario, come la conferma che l’orizzonte si sta facendo sempre più incerto.

Il governo, d’altra parte, in questi giorni è in tutt’altre faccende affaccenda­to: c’è la manovra da approvare, il conflitto con l’unione Europea da risolvere, il decreto Sicurezza da varare. Il premier ma soprattutt­o i suoi due vice, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, azionisti di maggioranz­a dell’esecutivo, non sembrano avere l’autonomia in cima ai loro pensieri. Se n’era avuto il sentore la scorsa settimana, quando il ministro Stefani annunciò come un ultimatum a mezzo stampa l’approdo dell’intesa del Veneto sul tavolo del Consiglio dei ministri, avvertendo che avrebbe preteso dai colleghi a Cinque Stelle una presa di posizione chiara, e la riunione si risolse nell’ennesimo rinvio con i pentastell­ati (e i leghisti) silenti e Conte a prendere un generico impegno futuro: «Me ne occuperò».

Non va meglio ai governator­i, a cui il premier replica nel giro di una manciata di

” Matteo Salvini Hanno fatto bene a scrivere a Conte, gli ho parlato anch’io: entro tre settimane sarà varata l’intesa

minuti: «L’autonomia è un dossier all’attenzione del governo - ha detto Conte -. Ci siamo riservati di approfondi­re quanto prima questa cosa. Il governator­e Fontana ci ha chiesto di portare la questione al vaglio del prossimo Consiglio dei ministri che è domani (oggi, ndr.). Non faremo in tempo a portarlo domani, ma sicurament­e stiamo, con i vari ministri, nell’ambito delle rispettive competenze, valutando quelle che sono le varie materie perché occorre definire un perimetro tra competenze statali o regionali, che ci consenta poi, a tutto il sistema Italia, di poter far funzionare, di poter perseguire gli interventi che occorrono».

La direzione, dunque, è quella impressa fin qui dal Movimento Cinque Stelle, più che dalla Lega. Se quest’ultima si è infatti sempre detta pronta ad approvare tutto «qui e subito», senza nulla obiettare, il M5S ha invece invitato alla cautela, con argomentaz­ioni non dissimili da quelle di Conte: molti ministeri hanno dubbi sulla nuova ripartizio­ne delle competenze tra Stato e Regioni («Il perimetro da definire» di cui parla Conte), chiedono più tempo per poter approfondi­re gli aspetti tecnici e sono forti i timori, di cui più volte si è fatto portavoce il sottosegre­tario agli Affari regionali Stefano Buffagni, che si finisca o per approvare un’intesa fatta di titoli dietro ai quali non c’è nulla o una riforma che si rivelerà, alla prova dei fatti, sconclusio­nata. Col rischio, grave, di sconquassa­re il sistema delle autonomie locali.

La Lega, come si diceva, non la pensa affatto così, come ribadisce una volta di più Salvini: «Zaia e gli altri governator­i hanno fatto benissimo a scrivere a Conte. Anch’io gli ho parlato, il mio impegno era di approvare l’intesa entro l’autunno e alla fine dell’autunno mancano tre settimane. Vuol dire che in queste tre settimane bisogna portar l’autonomia in Consiglio dei ministri, siamo assolutame­nte fiduciosi». La nuova deadline, dopo quella indicata da Zaia e Stefani nel 22 ottobre, anniversar­io del referendum, è insomma il 21 dicembre. Intanto i leghisti, ma non solo loro, vanno in pressing sui pentastell­ati: «Aspettiamo che facciano la loro parte - dice la capogruppo della Lista Zaia Silvia Rizzotto - Troverei poco opportuno e poco saggio che chi dalle piazze si sgola per la democrazia diretta volga poi le spalle alla volontà dei cittadini». E si aggiunge il senatore Antonio De Poli, Udc: «Basta coi giri di parole, Conte riferisca in Parlamento, quali sono tempi per firma intesa?». Mentre Roberto Caon, ex leghista rieletto alla Camera con Forza Italia, stiletta gli ex compagni di partito: «Si fa un gran parlare di autonomia, ma che fine hanno fatto i costi standard?».

I tre governator­i Le intese vanno sottoscrit­te in coerenza con il programma di governo presentato da Conte alle Camere

 ??  ?? Intesa a quattro maniLa riforma delle autonomie, in primis quella del Veneto, chiesta a gran voce dal governator­e Luca Zaia, ha nel ministro leghista per gli Affari regionali. Erika Stefani, una solida sponda nel governo. Le resistenze, dette e contraddet­te, fanno capo ai ministri pentastell­ati
Intesa a quattro maniLa riforma delle autonomie, in primis quella del Veneto, chiesta a gran voce dal governator­e Luca Zaia, ha nel ministro leghista per gli Affari regionali. Erika Stefani, una solida sponda nel governo. Le resistenze, dette e contraddet­te, fanno capo ai ministri pentastell­ati
 ??  ?? Alleati Il governator­e della Lombardia Attilio Fontana e il governator­e del Veneto Luca Zaia, compagni di partito
Alleati Il governator­e della Lombardia Attilio Fontana e il governator­e del Veneto Luca Zaia, compagni di partito

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