Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Addetti alle pulizie o supertecnici il lavoro ha perso la fascia intermedia
In Veneto spazio a qualifiche alte e basse. Operai e impiegati in declino
Più supertecnici e meno operai e impiegati, ma anche più insegnanti superiori e baristi, cuochi e addetti alle pulizie. Un mercato del lavoro sempre più polarizzato tra occupazioni ad alta e bassa qualificazione, mentre si svuota la fascia intermedia. Lo rivela uno studio di Veneto Lavoro.
Più supertecnici e meno operai e impiegati, nell’epoca delle produzioni finite all’estero e dell’industria 4.0 che prende piede. Ma anche più insegnanti superiori e baristi, cuochi e addetti alle pulizie e al turismo. Risultato di un mercato del lavoro sempre più polarizzato, anche in Veneto, tra occupazioni ad alta e bassa qualificazione, mentre si svuota la fascia intermedia. A fornire i cambiamenti di lungo periodo è uno studio dell’agenzia regionale Veneto Lavoro, che scandaglia la geografia dei profili professionali dipendenti che hanno guadagnato e perso spazio dopo la crisi. Perché, se si guarda ai dati dell’occupazione a dicembre 2008 e 2017, si vede che il Veneto, dopo aver perso fino a 76.200 posti nel punto più basso, dicembre 2014, ha recuperato e superato l’occupazione pre-crisi, con quasi 41 mila posti in più di nove anni prima.
Ma in mezzo, il cambiamento è profondo. Visibile, come si legge nel report di Veneto Lavoro, curato da Letizia Bertazzon, «nel rafforzarsi di un divario crescente tra professioni qualificate, ad alta specializzazione, di elevata remunerazione, e basse professioni, a limitata specializzazione e bassa remunerazione». Fenomeno che non riguarda solo il Veneto, legato a cambiamenti tecnologici e deindustrializzazione. Con il declino delle posizioni impiegatizie e operaie specializzate. Che, nell’industria, sono spinte sempre più all’estero, in una catena della produzione globalizzata; mentre qui restano funzioni direttive o organizzative, o di alto livello in produzione, che, se resta qui, lo fa perché è sempre più hi-tech e automatizzata.
Ma contemporaneamente crescono anche le figure a bassa specializzazione, specie nei servizi. Dalla logistica, al turismo, al commercio, ai servizi alla persona. Funzioni che qui devono comunque restare e verso cui sono transitati anche gli espulsi dall’industria. Così la vera espansione del lavoro è nei servizi, mentre nell’industria la perdita è secca.
I dati sono chiari. In nove anni il Veneto ha creato oltre 38 mila posti di fascia alta e oltre 43 mila di bassa e ne ha persi quasi 40 mila di fascia intermedia. Lo stesso schema si mostra in tutti i settori; salvo che nell’industria il dato complessivo è di una perdita netta di posti, nell’agricoltura di lieve aumento, mentre il vero boom si ha nei servizi.
In agricoltura il guadagno totale di posizioni dipendenti è di 5.200: 4.015 di fascia bassa, 1.180 di media e 30 di fascia alta. Di dimensione ben diversa quanto accade nell’industria: aumentano di 3.205 le posizioni di fascia alta, mentre il salasso colpisce fasce media, con 52 mila posti persi, e bassa, dove i posti perduti sono oltre 13 mila. Il risultato totale è una perdita di 62.650 posti.
A scomporre i dati, s’incrociano trend conosciuti. La perdita di posizioni intermedie riguarda le costruzioni, per oltre 20 mila posti, il legno-mobili, per oltre 10 mila, e il tessile per oltre cinquemila. Mentre le posizioni ad alta specializzazione si guadagnano nella meccanica, guarda caso il settore dove maggiormente si fa sentire la transizione verso il 4.0 con cinquemila posti guadagnati, a fronte della perdita di oltre seimila posizioni a media qualifica e di 3.300 in quella bassa. I posti a bassa specializzazione, quasi cinquemila, si guadagnano nell’agroalimentare.
La parte del leone la fanno i servizi. Detto che le oltre 30 mila posizioni alte nei servizi alla persona riguardano la stabilizzazione degli insegnanti, gli altri guadagni di fascia alta riguardano il terziario avanzato, a differenza dei servizi finanziari, dove si fa sentire la crisi delle banche. Servizi turistici e alla persona determinano la crescita delle richieste di basso profilo.