Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sparisce col bambino intossicat­o da cocaina

Padova, bimbo di due anni prelevato dalla Pediatria dov’era in cura: si cerca la madre tossicodip­endente

- A. Pist. -R.piv.

L’hanno cercata a casa, all’ultimo domicilio noto, senza trovarla. A Padova e nel Padovano non ci sono, per il momento, segnali della sua presenza e la «nota di rintraccio» inoltrata dalla questura agli uffici di polizia di tutta Italia non ha avuto, finora, risposta positiva. La ricerca di una quarantenn­e dell’alta padovana e del suo bambino, che di anni ne ha due, va dunque avanti.

Il bambino, fino a sabato scorso, era ricoverato in Pediatria, a Padova; da due mesi era al centro di una delicata terapia di disintossi­cazione: nel suo sangue, in seguito ad analisi cui era stato sottoposto, erano state trovate tracce di cocaina, assunta non si sa in quali modi e circostanz­e. Di certo si sa che la madre del bambino ha problemi di tossicodip­endenza e che il suo «caso» è seguito dai servizi sociali della Città del Santo.

Il tribunale dei minorenni di Venezia aveva affidato il bambino a una comunità terapeutic­a, nominando per lui anche un curatore. É la procedura che, di norma, si attiva quando il genitore o i genitori di un minore sono investiti da un procedimen­to per la revoca della potestà genitorial­e: in attesa della decisone di giustizia, figlio e madre sono affidati in via provvisori­a a una comunità. La mamma può comunque vedere liberament­e il proprio bambino, sia all’interno della comunità che in altre strutture: in questo caso nel reparto di Pediatria dell’azienda ospedalier­a.

Sabato mattina, tre giorni fa, la padovana ha fatto visita al figlio. Poco dopo le 8, in corsia si sono accorti che il piccolo paziente non era più nel suo letto: la donna ha preso e portato il bambino con sé, senza passare dalla segreteria per chiedere e ottenere la nota con le dimissioni. Da lì l’allarme, prima al posto di polizia dell’ospedale, quindi alla questura.

A richiesta di un commento sulla vicenda, l’azienda ospedalier­a ha risposto con un tanto ufficiale quanto secco: «No comment». In via ufficiosa, dai corridoi della struttura sanitaria si fa notare come la donna godesse di assoluta libertà d’azione: conserva la potestà genitorial­e, non c’è alcun provvedime­nto di legge che le impedisca di stare con il figlio, infine «la pediatria non è un carcere». Improprio, rimarcano quindi dall’ospedale, parlare di rapimento. Neppure di fuga in senso stretto si dovrebbe parlare, ma resta il fatto che la sparizione del bambino è stata segnalata alla polizia e che una ricerca è stata avviata, per quanto non legata a un qualche reato. La donna, che, evidenteme­nte, ha agito nel timore che la procedura per la revoca della potestà genitorial­e possa darle torto, è stata cercata a Padova e oltre. Nessuna traccia, fino a ieri notte.

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