Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La vicenda
Il referendum e la pre-intesa
La Regione Veneto ha celebrato il 22 ottobre 2017 un referendum per chiedere ai suoi cittadini se volessero o meno più autonomia. Votarono 2,2 milioni di persone e il Sì raggiunse il 98%. Da lì è iniziata una trattativa con il Governo Gentiloni, conclusa poco prima delle elezioni con la firma tra il governatore Zaia e l’allora segretario Gianclaudio Bressa di una pre-intesa su cinque materie
Nuovo governo riprende il dialogo
Dopo il 4 marzo riprende il confronto tra la Regione e il Governo, stavolta a trazione leghista. Zaia rilancia e chiede che vengano attribuite alla Regione non cinque ma tutte le ventitrè materie previste dalla Costituzione e i 9/10 delle tasse (Iva, Irpef e Ires). Il nuovo ministro degli Affari Regionali, Erika Stefani, leghista e veneta, asseconda le richieste del Veneto e avvia i tavoli tecnici con gli altri ministeri
I dubbi del M5S lo stallo a Roma
Dopo una partenza a tutta velocità, con un susseguirsi di incontri a Roma tra le due delegazioni per tutta l’estate, l’approvazione in Consiglio dei ministri dell’intesa tra la Regione e lo Stato, annunciata da Stefani per il 22 ottobre, anniversario del referendum, slitta a data da destinarsi, in più occasioni. I ministri del M5S, in particolare, manifestano dubbi tecnici sulla portata delle richieste del Veneto