Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«l Miserabili» Branciaroli al Verdi diventa Jean
Al Verdi di Padova la pièce tratta dal romanzo di Hugo con la regia di Franco Però Misericordia e peccato, l’attore: «Interpreto una personalità angelico-faustiana»
Non manca varietà nel cartellone del Teatro Stabile del Veneto. Basti guardare a questo inizio di stagione che al Verdi di Padova si è aperta con la raffinata performance di Massimo Cacciari dedicata alla figura della Vergine Maria e a seguire con lo scoppiettante Sconcerto di Elio, accompagnato dall’orchestra di Padova e del Veneto. Un’istituzione, con la quale, d’intesa con il Comune di Padova, si va costruendo una collaborazione strutturata che per il prossimo settembre prevede - come rivela Giampiero Beltotto, presidente dello Stabile Veneto - concerti di musica sacra sposata a teatro in forma religiosa. Il teatro Verdi apre ora le porte a un classico della letteratura mondiale: I miserabili di Victor Hugo. Il romanzo viene presentato sulla scena nell’adattamento teatrale di Luca Doninelli con la regia di Franco Però. In calendario da stasera (ore 20.45) a domenica 2 dicembre. La complessa figura del protagonista, Jean Valjean, è affidata alle capacità istrioniche di Franco Branciaroli, un attore capace di misurarsi con personaggi dal profilo sfaccettato, come nel caso di questa eccentrica personalità, che lui stesso definisce «angelico – faustiana». Nel cast, Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo. Lo spettacolo, che ha debuttato la scorsa primavera, ha il merito di mettere in luce una questione, quella degli emarginati all’interno della società, che sia pure in forme diverse non cessa mai di essere attuale. «Mi aspetto molto da questo allestimento – afferma Beltotto – sia per il carisma del protagonista, Branciaroli, avvezzo a incarna-
re la psicologia dei grandi personaggi, sia per la storia in se stessa, che nelle pieghe del feuilleton ottocentesco offre all’oggi importanti spunti di riflessione, sia per la capacità di un intellettuale del calibro di Luca Doninelli di tradurre in un linguaggio agile e immediatamente percepibile la scansione letteraria del romanzo»
Temi quali misericordia e giustizia, peccato e redenzione, dignità e dolore, si sposano nelle pagine di Hugo con momenti di più basso profilo dando origine a un percorso variegato che ben si adatta ai ritmi teatrali. Jean Valjean incarna l’uomo che riesce a redimersi, riscattandosi dalle colpe grazie all’incontro con il santo vescovo, Monsignor Myriel, e nonostante la spietata persecuzione di una giustizia ottusa come quella nel cui nome agisce l’ispettore Javert, destinato a soccombere di fronte alla propria coscienza.
Di forte suggestione nello spettacolo la scenografia, essenziale e creata a vista dagli attori stessi movimentando pochi elementi, in un’atmosfera segnata da ombre e oscurità, quella stesse che abitano l’animo dei protagonisti. « È uno spettacolo che coinvolgerà anche i giovani – afferma Beltotto – una fascia di pubblico alla quale rivolgiamo particolare attenzione e che risponde bene alle nostre proposte, come dimostra il sold out di Intimità andato in scena ieri sera».