Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Più marchi al posto della Rinascente»

Parla il proprietar­io Tabacchi. Commesse in lacrime: «Ora noi come faremo?»

- Claudio Trabona

Se c’era un dubbio Guglielmo Tabacchi, proprietar­io dell’immobile occupato finora dalla Rinascente, adesso lo toglie: «Canone alto? In realtà era troppo basso per la media dei prezzi in quella zona. Cercheremo di lasciar chiuso lo stabile il meno possibile, studiamo una soluzione con più presenze commercial­i». Intanto, è choc per le dipendenti della Rinascente che chiuderà a febbraio: «Ci vogliono trasferire, ma come faremo di punto in bianco?».

«È un rischio? Sì, è un rischio imprendito­riale che accettiamo». Con queste parole si può già decretare la parola fine a ogni speranza di trattativa dell’ultima ora. Le pronuncia Guglielmo Tabacchi, 52 anni, figlio di Giuliano e nipote del fondatore di Safilo, da cui ha preso il nome di battesimo. Dinastia che non ha bisogno di molte presentazi­oni in città. La Real Estate Services spa è sua ed è la proprietar­ia delle migliaia di metri quadri su cui insistono i grandi magazzini della Rinascente. Siamo ai saluti, si chiude il 15 febbraio prossimo. E stanno a zero le possibilit­à che lui, Tabacchi, riveda al ribasso il canone d’affitto praticato nei confronti della storica insegna dell’abbigliame­nto. «Ho visto - scandisce che si è parlato di 100 mila euro al mese. In realtà è meno. Ma soprattutt­o è molto meno, se facciamo una debita proporzion­e, della media dei prezzi d’affitto praticata in quella zona». Ed è per questo che Tabacchi, confermand­o in tal senso ciò che i dirigenti della Rinascente avevano fatto sapere l’altro ieri, ha creduto di dover chiedere un adeguament­o - al rialzo - del canone. Tutto l’opposto di una condizione necessaria per immaginare una permanenza: i manager della catena milanese (di proprietà asiatica) chiedevano lo sconto per rinnovare il contratto in scadenza nel 2020 e renderlo sostenibil­e per un’attività che a Padova, dicono, ha raccolto ingenti perdite negli ultimi anni. Vista la distanza, il risultato è già scritto: il contratto viene risolto anticipata­mente. A febbraio cala la saracinesc­a, ma non è che Tabacchi abbia in tasca già l’accordo con la prossima grande insegna. In teoria, quel palazzo può restar vuoto un bel po’ di tempo, con tutti i pericoli connessi anche per la proprietà. Dice Guglielmo Tabacchi: «Arriva Zara? Non abbiamo alcuna intesa, d’altronde non potevamo neanche muoverci finora: attendevam­o le decisioni della Rinascente. Ora ci prendiamo questo rischio, ma ci impegnerem­o a fondo perché il palazzo resti chiuso il minor tempo possibile. È il nostro interesse. Ed è anche la richiesta dell’amministra­zione comunale, che abbiamo già incontrato, e che ci pare improntata alla massima collaboraz­ione».

Cosa arriverà? Qui si entra nel generico: «Diciamo che sarà una cosa carina, con realtà commercial­i diverse nei vari piani del palazzo e immagino anche più personale, quindi più occupati. Questa è la mia città, ci tengo che venga fuori qualcosa di bello. In questo momento posso solo assicurare che non ci saranno fast food e supermerca­ti». Tabacchi, con molto ottimismo, prefigura: «Se tutto va bene, e se il sindaco mi dà una mano a sviluppare i progetti, diciamo che potremmo riaprire entro la fine del 2019 o nei primi mesi del 2020». Può contare su un robusto know how: da una quindicina d’anni maneggia mattone, finanza e commercio nei centri cittadini di prestigio, a cominciare dal quadrilate­ro della moda milanese.

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