Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Commesse in lacrime «Qui dal primo giorno e adesso dicono che ci trasferira­nno»

- Davide D’attino

Indietro non si torna. I primi a saperlo sono i 51 dipendenti (39 a tempo indetermin­ato e 12 precari) del megastore di piazza Garibaldi inaugurato nel 1999. Venerdì 15 febbraio prossimo sarà il loro ultimo giorno di lavoro alla Rinascente di Padova. La compagine fondata a Milano più di 150 anni fa, oggi di proprietà del colosso thailandes­e Central Group, ha comunicato loro l’altro ieri che il negozio di quattro piani, che corre lungo il Listòn fino a piazza Cavour, chiuderà definitiva­mente i battenti tra meno di tre mesi. «La direzione ci ha convocato in assemblea e ci ha messo di fronte al fatto compiuto – racconta con le lacrime agli occhi una dipendente, che lavora alla Rinascente di piazza Garibaldi sin dal primo giorno d’apertura nel 1999 – Cari signori, ci è stato detto, l’attività di questo negozio cesserà il 15 febbraio prossimo. Ma voi state tranquilli, non preoccupat­evi, vi ricolloche­remo in altri punti vendita del gruppo». Punti vendita che, però, sono sempre di meno. Quello di Genova, ad esempio, ha abbassato la saracinesc­a tre settimane fa. E nel resto d’italia, ne rimangono soltanto nove: i due di Roma e poi quelli di Milano, Monza, Firenze, Torino, Cagliari, Palermo e Catania. «Anch’io lavoro qui dentro dal 1999 – si sfoga un’altra dipendente, pure lei con gli occhi lucidi – Ho 53 anni, due figli e un mutuo da pagare. E adesso, in una maniera così fredda e improvvisa, mi si dice che, tra meno di tre mesi, dovrei trasferirm­i a Roma oppure a Palermo?». Ai vertici milanesi dell’azienda, oltre che il metodo, i 51 lavoratori della Rinascente di Padova contestano anche il merito: «Non è assolutame­nte vero che il negozio è in crisi – sbotta un’altra dipendente, una delle più giovani – Negli ultimi anni, decine di migliaia di clienti hanno sottoscrit­to la Rinascente Card e venerdì scorso, in occasione del Black Friday, qui dentro non ci si riusciva nemmeno a muovere da quanta gente c’era. E poi – continua la ragazza – non ci risultano affatto problemi con l’affitto, che è sempre stato pagato in modo puntuale». Anche se la proprietà smentisce (vedi articolo sopra) in molti sono convinti

” Giordani Spero si trovi una soluzione dignitosa per tutte le 51 persone impiegate qui

che ci sia pronto già qualcuno a subentrare. Si parla di Zara ma anche di Primark, gigante britannico dell’abbigliame­nto low cost da poco sbarcato in Italia.

Ieri mattina intanto, a portare un po’ di conforto ai 51 dipendenti della Rinascente di piazza Garibaldi, sono arrivati anche il sindaco Sergio Giordani e l’assessore comunale al Commercio, Antonio Bressa: «Sono un affezionat­o cliente di questo negozio – ha detto il primo cittadino, dopo aver incontrato il responsabi­le del punto vendita Emanuele Pietretti – e mi dispiace molto che chiuda. Da quanto ho capito, non sembrano esserci margini di manovra. Però spero che si trovi una soluzione dignitosa per tutte le 51 persone che lavorano qui, alcune delle quali conosco personalme­nte da molti anni». E sul caso interviene anche il presidente Ascom, Patrizio Bertin: «L’uscita di scena di un marchio importante è sempre una perdita secca per la città».

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